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22/11/2016   ERIN K
  ''Il mio Little Torch Tour con gli Zen Circus, loro sono come una famiglia per me...''

Erin, sei stata definita “la reginetta dell'anti-folk”: pensi che questa definizione ti si adatti? E che cos'è per te l'anti-folk? «Il termine “reginetta dell'Antifolk” è stato coniato qualche anno fa, durante uno spettacolo a Edimburgo al quale ho partecipato. Lo scopo del concerto era celebrare la presenza delle donne nella scena anti-folk ed è stato un grande successo. Spero di partecipare all'edizione dell'anno prossimo! Ed è difficile dare una definizione dell'anti-folk ma per me è uno stile musicale che predilige la scrittura musicale alla tecnica, quindi è l'espressione della propria personalità e della passione per il racconto che prevalgono sulla creazione di sonorità eccessivamente ricercate». Qual è il tuo approccio nei confronti dell'arte in generale e della musica in particolare?

 «Stiamo vivendo un periodo di incertezze e grossi cambiamenti, o forse è sempre stato così, ma credo sia davvero importante in questo momento incoraggiare l'espressione artistica di ognuno e mettere da parte gli atteggiamenti che tendono all'indifferenza e a una piatta compiacenza. La musica e l'arte giocano un ruolo fondamentale in questo contesto, perché entrambe sono specchio dei tempi, incoraggiano il dibattito e stimolano il cambiamento». Questa non è la prima volta che vieni in Italia, dato che torni spesso qui a suonare: il tuo Little Torch Tour iniziato lo scorso 11 novembre sarà diverso rispetto ai precedenti tour? È cambiato qualcosa? «È vero, ho già fatto vari tour in Italia e amo suonare per le persone che abitano qui. È un ambiente così caldo e accogliente, per suonare musica! Mi sento davvero fortunata a poter visitare l'Italia il più possibile e sì, questo tour è molto diverso dagli altri. Infatti a suonare come me ci sono tre nuove musiciste: una batterista, Julie Ant, insieme ad Ale e Jeanne delle Ginger Bender al basso, chitarra e ukulele. Con una band più grande anche il suono è più corposo rispetto agli altri concerti, e più rappresentativo del nuovo album. Non dico che questi concerti siano migliori dei precedenti, ma sicuramente diversi! Ho sempre voluto avere una band tutta al femminile ed è davvero emozionante suonare con queste ragazze!». E come sta andando questa avventura on the road con questa band di sole ragazze? «Sta andando bene, le ragazze sono bravissime e andiamo tutte d'accordo. Non avrei potuto chiedere un gruppo migliore col quale lavorare durante il tour. Come ho detto prima, per me è importante suonare in un gruppo di sole ragazze, dato che nel comporre le canzoni ho scritto molte armonie che mi permettono finalmente di conciliare le linee vocali con quelle strumentali. Le mie compagne di band sono delle donne forti ed è un onore lavorare con loro». “Little Torch” è il titolo del tuo primo album ufficiale, in uscita il prossimo gennaio, oltre che del tuo tour iniziato proprio qui in Italia: a cosa si riferisce questo titolo? «Ho preso il nome da una delle isole Key in Florida, Little Torch Key appunto. Mi piace molto come nome e in qualche modo mi ci identifico, anche se è difficile spiegare perché. Forse la risposta arriverà col tempo: per ora, mi sembra semplicemente il titolo giusto». Andrea Appino ha prodotto il tuo album ''Little Torch'' e proprio in questi giorni stai aprendo alcuni concerti degli Zen Circus in giro per l'Italia: quando e come è nato questo sodalizio artistico? «Andrea e io ci siamo incontrati durante un mio concerto, mentre ero in tour a Livorno. Ci siamo immediatamente piaciuti e abbiamo trascorso un sacco di tempo insieme, sia a New York che in Italia. Non appena si è presentata l'opportunità di registrare un disco con lui, ne ho subito approfittato. Sono molto orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto insieme. E per quanto riguarda gli Zen Circus, adoro la loro musica e tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione dei loro spettacoli. Loro sono come una famiglia per me, rendendo questo tour particolarmente speciale».