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18/05/2016   THINK ABOUT IT
  ''L'unione dell'Hip Hop con Funk e Jazz può dar vita a qualcosa di innovativo...''

Siete giovani, freschi, sappiamo poco di voi, com’è nato il progetto Think About It? Come siete arrivati a “In secondo piano”? ''Il progetto Think About It è nato da un'idea di Vincenzo e del nostro ex tastierista Andrea Buongiorno, i quali intuirono che l'unione del Hip Hop e di elementi Funk e Jazz avrebbe potuto dar vita a qualcosa di innovativo e musicalmente valido. ''In secondo piano'' è il termine di un percorso durato due anni, nel quale si sono susseguiti numerosi cambi di line-up, imprevisti e tribolazioni che ci hanno spinto a superarci, ad esorcizzare le mille difficoltà che la vita ci ha posto in ambito musicale con un progetto che guarda al futuro, fiero delle proprie esperienze''. Proponete un genere molto particolare, com’è fondere il soul e l’r&b con l’elettronica? Pensate sia questa la strada del futuro del soul? ''La fusione tra questi generi è risultata parecchio spontanea, figlia dei nostri ascolti che comprendono, primi tra tutti, i pilastri australiani Flume e Hiatus Kaiyote. Questi due grandi nomi,ad esempio, benché appartenenti a generi differenti, mescolano saggiamente elettronica ed elementi Rnb con un risultato impressionante. Un altro nome prettamente Soul che si avvicina al mondo delle "macchine" e che ci piace parecchio è sicuramente BJ The Chicago Kid''. Come una band giovane come la vostra si interfaccia col mercato discografico? Quali sono le vostre aspirazioni e le vostre preoccupazioni? ''Il nostro collettivo ha sposato la audace causa del mercato indipendente, mossa coadiuvata dall'etichetta Playbrown che ha capito le nostre necessità ed ha saputo sfruttarle al meglio. Le preoccupazioni sono tante, specie quando bisogna investire economicamente e in maniera seria, ma è un rischio che vale la pena correre. La nostra aspirazione al momento è quella di allargare il nostro raggio d'azione al massimo del nostro potenziale, in modo tale da diventare un Household name del panorama musicale italiano''. Fate un genere che prende ispirazione dalla musica black, ma cantate in italiano. Cos’hanno in comune la musica italiana e la black? Come possono convivere due realtà così diverse? ''La realtà musicale italiana ha la stessa "fame" della scena Black, la stessa voglia di spiccare il volo e di far conoscere la propria storia al pubblico. Spesso ci limitiamo a vedere solo la punta dell'iceberg quando parliamo della scena nazionale, ma ci sono molti nomi interessanti e noi speriamo di essere fra questi''. Siete di Bari, la Puglia negli ultimi anni ha avuto un ruolo fondamentale nella musica italiana, cosa ne pensate della scena pugliese? E’ cambiata? Si è evoluta? ''Collegandoci alla domanda precedente, la scena pugliese ha davvero tanto da offrire, non a caso nel nostro album sono presenti due voci appartenenti alla nostra terra, quali Carolina Bubbico e Giuliano Vozella. Loro, come molti altri, sono molto competenti e meriterebbero spazi più grandi di quelli che la nostra regione il più delle volte offre''. Cosa ci sapete dire del vostro immediato futuro? Ci sarà un tour? ''Prossimamente sarà annunciato il nostro tour, che durerà tutta l'estate e che toccherà fortunatamente molte città italiane! Non vediamo l'ora di metterci in viaggio, sarà una magnifica esperienza, e la nostra Jane sarà felicissima!''.