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08/04/2016   KARTO
  ''Da bimbo conobbi gli Stones ed i Led Zeppelin, e mi si è aperto un mondo intero...''

Hai appena pubblicato il tuo album d’esordio “Give me my rock ‘n’ roll back”, tra rock alternativo ed elettronica, quali sono gli aspetti che hai voluto mettere in risalto in questo disco? ''Ho voluto mettere in risalto un aspetto su tutti: che il Rock è una musica che si rigenera in continuazione nel tempo. Ed è capace di riproporsi mutando le sue forme ed inventandone anche di nuove; ma senza mai perdere le sue peculiarità: l'aggressività intrinseca e la carica che ti mette dentro quando lo ascolti. Riguardo all' elettronica... Beh, può essere usata in una miriade di maniere diverse. A volte per ammorbidire o rendere più melodico il prodotto, a volte come rifinitura e arrangiamento, a volte come protagonista principale. Nel mio album invece è parte integrante del sound. Per farti capire, la mia idea è stata di cercare di usarla come una potente scossa elettrica le cui piccole diramazioni si infilassero in ogni spazio interposto all' interno di ogni suono presente nel disco, amplificandone gli effetti''. Qual è il brano dell’album che ti rappresenta di più? ''A dirti la verità non c'è in particolare un brano che mi rappresenti piu di altri, in quanto l'intero disco è nato non tanto come intenzione di fare un album, quanto invece è il risultato di aver racchiuso, in un disco, dieci brani talvolta anche eterogenei tra loro ma uniti da un minimo comune denominatore: l'essere nati e composti, in maniera quasi istintiva e con una grande voglia di sperimentazione, giorno per giorno sotto l'influenza di sensazioni ed emozioni ricevute durante gli ultimi anni, trascorsi vivendo e suonando nel Regno Unito. Pur non rappresentandomi in maniera particolare più di altri, ti posso dire comunque che sono parecchio affezionato al primo brano che è venuto fuori, cioè il singolo “The Rocknrollest”, il cui testo è rivolto in maniera diretta a me stesso in forma molto auto-ironica, e la chitarra la fa da padrone in un contesto rock - blues''. Nel brano “Give Me My Rock ‘n’ Roll Back”, che dà titolo al disco, critichi il sistema dei talent show. Raccontaci cosa ne pensi a riguardo. ''Ma guarda, il testo di ''Give Me My Rock'n'Roll Back'' non è tanto una critica ai Talent Show quanto un urlo di protesta in generale il cui destinatario è proprio il Rock'n'Roll stesso: l'appello che emerge dal testo non è quindi tanto “smettete di fare i Talent!” quanto “Rock'n'Roll, riprendi il sopravvento e salvaci da questa noia mortale!”. Ormai da lungo tempo sono diventati celebri frasi come: “punk is dead” - “rock is dead”, il rock secondo te è davvero morto? ''Ma no! Il Rock non morirà mai e per un semplice fatto: in ogni generazione ci saranno sempre gli animi persi ed inquieti ed in ogni società ci sarà sempre la voglia di divertirsi alla nostra maniera. Quello che solitamente viene definito da alcuni “il marcio della società” ogni ciclo se lo ritroverà presente ed ogni generazione avrà sempre i propri artisti maledetti che si esprimeranno suonando la chitarra ed urlando nei microfoni la loro voglia di Rock'n'Roll''. Nel brano “The Rocknrollest” ti definisci la persona più “rock ‘n’ roll”. Cosa significa per te? ''Beh, come ti accennavo prima il testo è parecchio auto-ironico... ma fino a un certo punto! Essere il piu Rock'n'Roll per me significa uno che crede fermamente nel proprio stile di vita e se ne frega di tutte le critiche che gli vengono mosse. Essere il più Rock'n'Roll è ammettere il proprio egocentrismo, sollevandolo fino a farlo diventare una regola; è fare sempre quello che ti pare come ti pare e basta che sia giusto per te''. Sei livornese ma vivi a Londra ormai da 10 anni. Ti senti più italiano o inglese nello stile di vita? ''Mah... forse un un misto. Ad essere sincero ho sempre avuto uno stile di vita e delle abitudini tutte mie che hanno spesso sollevato sia critiche sia stupore un po' ovunque. In Inghilterra mi dicono che sono molto italiano e in Italia mi dicono che sono molto inglese. Diciamo che, a turno, tutti hanno comunque da ridire sempre qualcosa sulla tua maniera di vivere o di divertirsi. Ma chi se ne frega! Vedi? Questo è il bello di essere The Rocknrollest!'' (Risata) Come definiresti le diversissime Livorno e Londra in tre parole ciascuna? ''Livorno: Artista puttana svogliata. Londra: Immensa regina Rock'n'Roll''. Il tuo look e il tuo stile musicale sono decisamente in linea con il mondo rock britannico. Quanto il vivere a Londra ha influenzato il tuo sound? ''Guarda, Londra ha influenzato molto non tanto il mio sound quanto la mentalità nel comporre ed il modo in generale di fare musica. Essendo cresciuto ascoltando il rock per lo più proveniente dall'Inghilterra, il mio sound ovviamente risente di tali influenze. Ma il vivere in Londra mi ha insegnato, piuttosto, a eliminare, in principio in veste di ascoltatore, alcuni miei preconcetti musicali e, dopo, come compositore, a rompere gli schemi dovuti a quei preconcetti che mi ero fatto: nel senso, qualunque tipo di idea ti venga, qualunque tipo di sperimentazione tu abbia in mente, prova a realizzarla! L' importante è che tu lo faccia con un certo criterio e sapere dove vuoi arrivare. E poi altra cosa che mi ha influenzato è la semplicità degli inglesi; la schiettezza e il minimalismo nel fare musica. Suona solo l'essenziale che ti serve per esprimere ciò che hai da dire, non mettere altro. Le cose più semplici sono quelle più capite''. Raccontaci le differenze principali tra il fare musica in Inghilterra rispetto all’Italia. ''Beh, diciamo che fare musica in Uk è, per alcuni aspetti, più facile. Intanto ti basti pensare che il musicista è riconosciuto come figura professionale, anche per coloro che sono agli esordi, cosa che non sempre succede ovunque. Sai gli inglesi, malgrado la loro fama di popolo ligio e severo, hanno ben dimostrato di essere un popolo di musicisti e cantanti. Ed essendo quindi creatori di musica ne sono anche i primi consumatori. Sono, inevitabilmente, molto più ricettivi nei confronti della musica rispetto che ad altre parti. Da ciò ne deriva una serie di conseguenze, prima fra tutti l' enorme domanda di musica sul mercato e la conseguente opportunità, dunque, per molti musicisti di partecipare all'offerta. Per questo ci sono una miriade di strutture come i Clubs, Music-Pubs, Music-Halls e Festivals, tutte ben organizzate ed equipaggiate, dove potersi esibire a tutti i livelli e, una volta inseriti nel meccanismo, anche guadagnartici da vivere''. Che musica ascolti e quali sono i tuoi artisti preferiti? ''Ascolto tutto! No dai, diciamo quasi tutto. Ovviamente sono cresciuto con il Rock e spazio molto all'interno di esso. Nelle mie serate a Londra però vado a sentire anche molto Blues ed un salto al Ronnie Scott almeno una volta a settimana a sentire del buon Jazz ci scappa sempre. Il mio venue preferito rimane però l'Apollo Theatre! Ultimamente ci ho visto i Motorhead, Iggy Pop, i Kasabian ed i Motley Crue. Negli ultimi anni ascolto anche molta musica elettronica. A scuola, da bimbo, conobbi gli Stones ed i Led Zeppelin e da li mi si è aperto un mondo intero. Dovrei farti troppi nomi di artisti che amo!''. Oltre ad essere cantante sei chitarrista, quando hai iniziato a suonare lo strumento? ''Io direi l'inverso: oltre ad essere un chitarrista sono anche cantante. Ho iniziato a suonare la chitarra acustica a 13 anni, imparando i primi accordi da mio padre. Poi a 15 passai all'elettrica e qualche anno dopo entrai nella mia prima band. Da li non mi sono più fermato!''. Qual è il chitarrista della storia della musica che apprezzi di più? ''Uno solo? Dai... Hendrix, Keith Richards, Jimmy Page, Van Halen, Andy Summers, David Gilmour, Angus Young, Lou Reed... No, via, perdonami ma non ce la faccio a dirtene uno solo!''. Oltre alla musica quali sono le tue altre passioni? ''La moto! Le Harley-Davidson e tutto il mondo che le circonda. Sono un Harleysta sfegatato e mi giro l'Europa spesso partecipando ai raduni. Mi piace viaggiare. E poi i locali notturni. Amo stare parecchio in giro, incontrare gente nei Clubs e bere ascoltando musica, possibilmente live''. Quale domanda vorresti ti facessero ma non ti hanno mai fatto? (Ride) “Cosa si prova ad avere il proprio nome impresso nella Hall Of fame a Hollywood”! Conserviamocela per la prossima intervista che adesso non ho la risposta...''.