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08/04/2016   LUCA DI FABIO
  ''Voglio emozionarmi e seguire un sogno, facendo ciò che mi fa stare bene...''

Canti da anni, ormai, come hai capito che la musica era la tua strada e hai deciso di fare della tua passione un mestiere? ''Non amo definire la musica semplicemente come il mio mestiere perché rimane e deve rimanere la mia passione. Il primo ricordo risale a quando ero piccolissimo, seduto su un letto ad ascoltare “We are the champions” dei Queen. Non ricordo quanti anni avessi o dove fossi, ricordo solo ciò che ascoltavo. Ovviamente i Queen sono diventati da subito la mia band preferita e la musica la mia più grande passione, pertanto renderla solo un mestiere significherebbe snaturarla. In fondo ci sono mille altri modi per guadagnarsi da vivere, io invece voglio emozionarmi e seguire un sogno, facendo ciò che mi fa stare bene''. Hai iniziato in Italia, poi sei stato per un periodo in Inghilterra e infine ti sei trasferito in America. Parlaci un po’ della tua esperienza nei diversi Paesi, in quale ti sei trovato meglio? Cosa hai appreso dalle diverse culture musicali? ''L’Inghilterra è sempre stato il Paese in cui sarei voluto vivere. Sono cresciuto, come ho già anticipato, ascoltando i Queen e sognando di camminare un giorno per le strade di Londra. Così appena ho potuto sono partito. Si respira un’aria diversa: dietro ogni individuo c’é un artista e dentro ogni pub c’é un palco. Lo stesso vale per New York, dove al momento risiedo. Sono due città molto simili, entrambe accomunate dalla presenza di artisti provenienti da tutto il mondo, da cui prendere ispirazione''. Hai come punto di riferimento artisti come Freddie Mercury, Jeff Buckley, i Led Zeppelin, Tom Waits, Ella Fritzgerald e Sting, ma si può dire che hai uno stile tutto tuo. Cosa, a tuo parere, ti rende diverso dagli altri? ''La mia é una combinazione musicale bizzarra: la mia voce é estremamente influenzata dal Rock ma la chitarra ha toni appartenenti al mondo del Jazz e del Soul. Questo deriva, in gran parte, dalla mia curiosità verso diversi generi e stili musicali e dalla voglia di cimentarmi e sperimentare nuove commistioni per farli miei. Tutto questo si riflette, involontariamente, nella musica che faccio''. L’1 maggio esce il tuo album di debutto, parlacene! A cosa ti sei ispirato nella realizzazione dei brani? Come nasce? Dove lo hai registrato? ''Il disco è la collezione di molti dei brani che ho scritto da quattro anni a questa parte. Ci sono canzoni che ho scritto a quattordici anni e altri poco prima delle registrazioni, tenutesi a New York negli studi “D’Herde East”. C’é tutta la musica che ha segnato i momenti più importanti delle mia vita, dall’Italia all’America, passando per il Regno Unito. Ogni brano ha un significato particolare e richiama ad un’immagine specifica nella mia memoria''. Il tuo primo singolo si intitola “I found the sun”, ce ne parleresti? Quale sarà la prossima canzone che lancerai? ''“I found the sun” é stato ispirato dalla metafora del Sole che Platone illustra nella Repubblica: il sole illumina le cose e ci permette di vederle, la vista da sola, senza l’aiuto del sole non ne sarebbe capace. Mi ha colpito e ho pensato di farla mia per poterci creare su qualcosa di significativo. La seconda strofa, infatti, dice: “I took the sun away from the sky so that I could be the only one to see” - Ho preso il sole dal cielo, così che possa essere io l’unico a vedere”. L’altro singolo é uscito il primo aprile e si chiama “From right between my eyes” e l’ho scelto perché è il primo brano che ho scritto a New York. É stata una di quelle canzoni che si scrivono da sole, ci ho messo 15 minuti ed è il pezzo a cui, forse, sono più affezionato''. Pensi che il tuo futuro sia in America o hai voglia di tornare in Italia? ''Il mio futuro voglio che sia in giro per mondo. Voglio viaggiare e spostarmi il piú possibile, ogni angolo ha qualcosa di straordinario da offrire. Per ora, però, sono a New York e voglio restarci a lungo perché è una città che ha sicuramente ancora tanto da darmi''. Quali sono le aspettative per questo progetto discografico? Hai in programma qualche evento in cui possiamo ascoltarti? ''Voglio farmi largo nel panorama musicale, o almeno alzare la mano e dire: “Ci sono anch’io”. Il mio desiderio è continuare a pubblicare il maggior numero di dischi possibili e suonare più che posso ovunque. Non ho ancora progetti concreti, ma una volta uscito il disco inizierò a programmare una serie di date qui in America e molto probabilmente anche in Inghilterra. Poi da lì sarebbe bello tornare in Italia per un po’ e tornare ad esibirmi anche nel mio Paese''.