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05/03/2025   A QUIET GUY
  ''Oggi mi sembra che siamo tutti sempre più isolati, estranei...''

Esistono percezioni altre che arrivano da questo disco d’esordio che dà i natali ad un musicista che da subito si gioca un’identità e una personalità davvero interessanti. Alessandro Mogni in arte A Quiet Guy ha ripreso vecchie scritture, ha rimodellato tutto e scritto nuove partiture. La chitarra elettrica è il vero centro di un disco strumentale come “Corpi estranei”, nato dal sentire e dal vivere la provincia della Pianura Padana. E qui dunque l’ascolto diviene evocativo e privo di appigli all’abitudine. Sono forme di avanguardia, sono forme di ricerca e sono istinti: consigliato l’abbandono e lasciate perdere la didattica delle cose. È musica da vivere…

Quanta improvvisazione c’è dietro questo lavoro? ''Direi gran parte se ti riferisci alla musica intesa come le note, le armonie. Diverso invece è se ti riferisci ai suoni: tutti i pezzi nascono da suoni che ho cercato, calibrato, sui quali ho lavorato. La scrittura della musica invece è avvenuta più per istinto e improvvisazione, cercando soluzioni che per colore e frequenze potessero soddisfare le scelte sonore''.

Quanta matematica invece? Nel senso: hai ragionato a tavolino prima di imbracciare lo strumento? ''Prima di scrivere il disco ho passato un periodo a fare una cosa che non facevo da tempo: suonare canzoni di altri. Usavo però suoni diversi da quelli originali, mi piaceva il risultato di una canzone stravolta con suoni decisamente differenti da quelli presenti nel disco originale. Alcune sonorità che ho ottenuto le ho approfondite e usate poi per i brani di Corpi estranei. C’è anche stato un lavoro di arrangiamenti, pochi in realtà, più calcolati''.

La tranquillità che significa anche sospensione per questo disco… per te che significa, che valore ha? ''Mi piace il concetto di sospensione perché indica proprio una sensazione di pausa da qualcosa. È ciò che vorrei indurre nell’ascoltatore. Mi rendo conto che non sia un disco subito accessibile ma credo che se ascoltato senza fretta possa arrivare anche a chi non è un cultore del genere. Non assocerei la sospensione alla tranquillità, almeno non per quello che mi riguarda: quando c’è troppa tranquillità mi aspetto sempre stia per accadere qualcosa e allora non riesco a godermi nulla. La sospensione invece è un concetto interessante, è più come aprire una parentesi dentro la quale possono accadere cose che rimangono isolate, più protette''.

Ha anche un significato sociale? Visto che siamo tutti dannatamente di corsa… ''Il disco non nasce con quell’intento, volevo semplicemente tradurre alcune mie sensazioni in suono ma probabilmente si può dare anche questa lettura. Anche il titolo stesso rimanda ad un concetto che può forse essere esteso ad un qualcosa di più globale, oggi mi sembra che tutti siamo sempre più isolati, estranei''.

Di questa copertina ho mille sensazioni… anche di incubi… la sua vera lettura? ''È bello che ognuno dia una sua lettura ad un brano o ad una copertina, quindi la tua lettura in realtà è validissima anche se lontana magari dal motivo per il quale ho scelto questa immagine. A me personalmente è sembrata coerente l’immagine con il titolo del disco, che già avevo scelto; le mani in quella posizione sembrano rincorrersi come in circolo, sono molto vicine, ma non si toccano mai. I colori li ho voluti così perché mi ricordano la fotografia dei film di N.W. Refn, regista che mi piace molto anche e soprattutto per le scelte estetiche''.