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20/12/2024
19/12/2024 FILIPPO ZUCCHETTI
''In una società incentrata sull’avere, si alimenta la falsa percezione che la felicità dipenda dal possesso...''
In un mondo sempre più frenetico e superficiale, la ricerca di autenticità diventa una necessità interiore. Il cantautore Filippo Zucchetti, con la sua musica intima e riflessiva, ci invita a riscoprire le dimensioni più profonde dell'essere umano, a riconnetterci con la natura e con la nostra anima. In questa intervista, l’artista ci accompagna in un viaggio attraverso il suo processo creativo, svelando le ispirazioni che si celano dietro le sue canzoni, a partire dal suo ultimo singolo "Anita non deve piangere", un inno alla protezione di ciò che è autentico in ognuno di noi. Un'occasione per riflettere sul bisogno di ritrovare un equilibrio interiore in un'epoca dominata dall'apparenza e dall'effimero, guidati dalla voce di un artista che mette la canzone al centro del suo percorso, offrendo al pubblico non solo musica, ma vere e proprie esperienze emotive.
Il nome "Anita" nel tuo nuovo singolo diventa simbolo di Anima, Natura, Vita. In che modo credi che la musica possa aiutare a riavvicinarci a queste dimensioni autentiche, in un mondo così spesso incentrato sulle sovrastrutture? ''Perché, in fondo, abbiamo tutti bisogno di ritrovare una dimensione più autentica, ma siamo così distratti che avvertiamo costantemente una mancanza senza riuscire mai a identificarla chiaramente. In una società come quella occidentale, incentrata sull’avere, si alimenta la falsa percezione che la felicità dipenda dal possesso. Il bombardamento continuo di pubblicità crea falsi bisogni che ci illudono di poter essere felici, ma si rivelano solo trappole, circoli viziosi dai quali, una volta entrati, si rischia di restare prigionieri. Vittime dell’avere, ci ritroviamo dipendenti da questi falsi bisogni. La canzone è uno strumento di comunicazione capace di veicolare un messaggio, contenuto nel testo, attraverso la musica. Tutto ciò lo rende emozionale''.
Hai detto che 'Anita non deve piangere' è stata scritta in poche ore, ma raccoglie anni di introspezione e osservazione. Cosa ti ha spinto a scriverla in quel momento, durante un viaggio in treno? C’è stato un dettaglio, una scintilla particolare? ''Nessuna scintilla, pura necessità. Mi ero iscritto al Tour Music Fest nella categoria autori e volevo partecipare con il testo di “Anita non deve piangere”... peccato che non lo avevo ancora scritto, c’era solo il titolo e l’idea. Stava per scadere il tempo entro il quale avrei dovuto inviare il testo e siccome dovevo andare a Milano per lavoro, decisi che avrei sfruttato al massimo quelle tre ore e venti minuti di viaggio in treno da Perugia a Milano. Di solito questo approccio un po’ forzato alla scrittura con me non funziona, ma quella volta fu una bellissima eccezione perché riuscii a scrivere pressoché tutto il testo del brano''.
Come cantautore, affermi che la canzone stessa è al centro del tuo percorso, più della tua immagine. In che modo questo approccio influisce sul tuo rapporto con il pubblico? Credi che le persone colgano la tua visione pur senza conoscerti direttamente? ''Di carattere sono abbastanza introverso e poco incline, ma soprattutto vorrei spostare tutta l’attenzione sulle mie opere perché è all’interno delle mie canzoni che il pubblico troverà il Filippo più autentico. Io do' tutto me stesso nelle canzoni, sono delle parti di me''.
"Anita non deve piangere" sembra un invito a proteggere e preservare ciò che è autentico in ognuno di noi. Nella tua vita personale, quali sono le tue pratiche o abitudini che ti aiutano a mantenere viva la connessione con la tua essenza? ''La meditazione, leggere, camminare in mezzo alla natura, dipingere e, ovviamente, scrivere canzoni''.
Le tue influenze spaziano da grandi cantautori italiani a registi visionari. Quali elementi della cinematografia senti che trovano spazio nella tua musica? Ci sono scene o immagini cinematografiche che hai tentato di tradurre in suoni o parole? ''Il mio approccio alla scrittura dei testi è quasi cinematografico. Infatti la canzone io non la scrivo ma la descrivo. Mi immagino scene, personaggi, cose, sensazioni e emozioni come se girassi un film. Cerco poi di tradurre queste immagini mentali nel testo del brano. Quindi il mio legame con il cinema, oltre che per passione, è anche propedeutico alla scrittura della canzone. Molte delle mie canzoni hanno riferimenti cinematografici oppure sono presenti passaggi ispirati da scene di film. Tempo fa feci anche un tentativo di trasporre una scena del film “La vita di Adele” di Abdellatif Kechiche in testo di canzone. Il risultato fu “Quello che resta”, brano ancora inedito del quale sono particolarmente soddisfatto''.
Ogni parola nei tuoi testi ha un peso specifico, dici che è una 'necessità espressiva'. Hai mai considerato il testo come un’opera autonoma, separata dalla musica? Oppure è un equilibrio che senti debba rimanere indissolubile? ''No, anzi. Per un lungo periodo della mia vita accantonai la scrittura delle canzoni (testo e melodia) per dedicarmi a quelli che io chiamo “versi liberi” (trovo il termine poesia troppo impegnativo da sostenere). Sentivo il bisogno di esprimermi senza il vincolo di adattare i versi a una melodia. Cercai quindi di far “suonare” le parole senza l’ausilio della musica. Fu una palestra importantissima, e quando tornai a scrivere canzoni mi accorsi di quanto quell’esperienza mi avesse arricchito. Alcuni dei miei “versi liberi” furono trasposti e divennero veri e propri testi di canzoni. In altri casi, invece, ho recuperato singoli versi o concetti, riadattandoli in un testo musicale. Per me, quindi, poesia, cinema, letteratura e arte sono tutte dimensioni che si intersecano e dialogano costantemente con la canzone''.
Il tuo percorso artistico è pieno di influenze, dalla letteratura all’enologia. In che modo queste passioni non musicali arricchiscono il tuo processo creativo? Ad esempio, c'è un parallelo tra il fare musica e il fare vino che senti particolarmente? ''A questo non avevo mai pensato! Però, riflettendoci, credo che ci sia un parallelo interessante''.
Cosa ti aspetta nei prossimi mesi? ''Sto scrivendo la sceneggiatura e preparando assieme al regista tutto il necessario per girare il video del mio prossimo singolo dal titolo “L’uomo che non c’era”''.