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20/12/2024
05/12/2024 WORLDPLAN
''Il nostro suono è sempre un pugno in faccia, e live fa più male...''
Tornano i toscani WorldPlan che già avevamo conosciuto con un rock anche dedito a tematiche ambientaliste e sociali. Oggi affrontano il tema del personale, della soddisfazione, dell’essere capaci di completare sé stessi in qualche misura. È il rock verace che sfoggia tinte dal sapore analogico. Gli anni ’90 tornano prepotenti… anche se di classicismi qui ce ne sono pochi… dipende da come la si guarda questa storia!
Un nuovo singolo… un nuovo rock o un rinnovare il classicismo che vi ha sempre contraddistinto? ''Di classico c’è sempre stato poco in quello che abbiamo sempre fatto. Ci contraddistingue un melting-pot di stili il quale dà vita al suono che cerchiamo e che ascoltate. E mai smettere di cercare quel suono''.
E la ricerca esiste per voi? E in che misura? ''Siamo affamati, curiosi. Ascoltiamo musica ma mai abbastanza, proviamo e riproviamo fino a quando tutto non suona esattamente come vogliamo''.
Dal vivo? Il suono rispecchia quello dei dischi o vi dedicate anche a sperimentare altro? ''Ci piace giocare, coinvolgere il pubblico… rendere il concerto un’esperienza non solo per le orecchie. Molto spesso ci capita di storpiare alcune nostre canzoni in modo inaspettato (spesso anche per alcuni componenti della band stessa!), ma a risentirne non è mai il suono. Quello è sempre un pugno in faccia, e live fa più male''.
E parlando di produzione? Come e con chi avete lavorato? ''Finora abbiamo collaborato con La Fucina Studio di Giacomo Jac Salani, che si dedica con noi anima e corpo per raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo. Questo perlomeno nelle fasi finali di produzione, ma tutto inizia sempre da una stanza maleodorante, una scheda audio difettosa e tante bestemmie''.