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03/12/2024
03/12/2024 LUCA SALMASO
''I rami possono prendere direzioni diverse, ma le radici sono sempre le stesse…''
Luca Salmaso, bentrovato. ''Nevada'' e ''Trip'', i titoli dei tuoi nuovi singoli. Entrambi rimandano al viaggio. In che modo questo tema trova spazio nella tua vita e nella tua musica? ''Ciao, grazie, è un piacere ritrovarvi, il viaggio ha sempre fatto parte della mia vita, sia per il fatto che sono sempre stato un sognatore e perché ho sempre viaggiato molto quando potevo, gli Stati Uniti li ho visitati molto, ed anche per lavoro sono stato diversi mesi alle Maldive ed in Madagascar, dove suonavo in villaggi e locali''.
Ci avevi abituati a suoni dark e acustici. Ora cambi direzione e ci provi con il folk, uscendo dalla tua comfort zone. Sperimentazione o rischio? Forse tutte e due le cose? ''Più che cambiare direzione, trovo un mio “comfort” nella musica country da sempre, ma nello stesso tempo sono un rockettaro ed un cantautore, il lato dark c’è sempre e fa parte di me, ma se prima cercavo di trovare un approccio più “italiano” alla musica che ho fatto fino ad ora, ho provato a togliermi di dosso questi limiti e fare ciò che mi viene più naturale ed “internazionale”. Poi la sperimentazione mi piace sempre ed è il bello di essere un artista indipendente''.
Hai ascoltato qualche artista o disco in particolare che ti ha ispirato per questo nuovo te? ''Tanto country, da Johnny Cash a Chris Stapleton, da Luke Combs a Post Malone che seguo da sempre e mi piace ogni suo lavoro, poi tendo sempre ad ascoltare tanta e tutta la musica, sicuramente prevale la musica d’oltre oceano.
Nell’ultimo periodo ho ascoltato molto Micah P. Hinson, Stephen Wilson Jr ed ho consumato ''Continuum'' di John Mayer''.
La perdita di tuo padre ti ha portato a scrivere il precedente disco "Draghi, fama e fango", recentemente sei diventato tu padre. Hai voglia di raccontarci le emozioni, sicuramente contrastanti, tra questi due avvenimenti così importanti? ''Beh, dire che è stata la perdita più grossa della mia vita è scontato ma non potrei definirlo diversamente, mi ha cambiato molto e mi ha lasciato la forza che aveva mio padre, quella forza del “non è finita fin che non è finita”, è sempre stato uno con le idee ben chiare ed un suo pensiero, giusto o sbagliato che era, ma sempre coerente fino all’ultimo giorno.
La nascita di mia figlia è, come dicono, se non sei genitore non puoi capirlo, in effetti è così, è uno spettacolo, ci sono gli alti e bassi che fanno parte di un nuovo nascituro ma ha due mesi, è bellissima, ride tantissimo e dà una forza indescrivibile, come se fosse quasi una “resurrezione”, passatemi il termine''.
La musica è terapeutica per te? ''É vita, scrivo canzoni, suono strumenti e mi curo l’anima''.
Ci è stato detto che un nuovo disco è quasi pronto... ci puoi anticipare qualche cosa? ''Manca davvero poco, e tra chi se ne è andato e chi è arrivato ho scritto due dischi quest’anno e tante tante parole e musica, sarà un disco in una nuova direzione ma con le radici ben salde.
I rami possono prendere direzioni diverse,
ma le radici sono sempre le stesse…cit.''.