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22/11/2024
22/10/2024 PINO JODICE
''Io sono un pianista, suonare 88 tasti ti permette di avere tutta l’estensione dell’orchestra sotto le dita…''
Pino, cosa significa per lei dirigere un’orchestra di giovani talenti e quando ha capito di voler lavorare con loro? ''Io sono un pianista, suonare 88 tasti ti permette di avere tutta l’estensione dell’orchestra sotto le dita… il passaggio dal piano alla direzione è una scelta inevitabile, quando non ti bastano gli 88 tasti devi dirigere l’orchestra anzi devi suonare l’orchestra, poi quando ascolti ciò che hai scritto su carta da un’orchestra ed è scritto e suonato bene… allora non abbandoni più il tuo strumento che a questo punto diventa l’orchestra con tantissime sonorità, timbriche, e le puoi suonare tutte con un “semplice gesto”… I giovani talenti sono delle spugne e assorbono tutto quello che racconti musicalmente parlando… lavoro con i giovani musicisti da quando insegno dal 2004… quando i risultati si sentono allora capisci che il futuro costruito con questi giovani ci lascia ancora una speranza per trasmettere al mondo intero il concetto di Bellezza Universale''.
Cosa differenzia il lavoro con i giovani rispetto a quello che artisti adulti? Ha un approccio diverso, un modus operandi atto a sviluppare al meglio le potenzialità? ''Lavorare con i giovani aiuta a sviluppare meglio le loro personalità e a modellarla… l’adulto, il professionista mette invece a disposizione la sua personalità già formata, e devi in un certo senso accontentarti''.
Frutto di questo lavoro è anche il disco ''Flying over the clouds'' con la Verdi Jazz Orchestra. Cosa può dirci di in merito? ''Ho chiesto ai giovani compositori, ex miei allievi, per questo disco un concept per ispirarsi a scrivere considerando l’ospite Emanuele Cisi al sax tenore come solista e una straordinaria big band jazz. Sono uscite fuori delle composizioni scritte da persone che, come recita il titolo, sono sempre con la testa fra le nuvole. Un progetto molto interessante questo, voluto dal produttore Mario Caccia che, con l’aiuto della Siae, ha pensato bene di realizzare per la sua prestigiosa etichetta discografica Abeat Records. In un paese in cui la realizzabilità di un progetto discografico dipende solo dalla “commercializzazione” e non dalla qualità del prodotto, direi che questa non è altro che una follia di un pazzo visionario… produrre Musica originale Jazz bella e impegnativa di perfetti giovani sconosciuti una vera utopia… In realtà questo è un invito, per chi ascolta, a volare tra le nuvole insieme a noi guardando proprio nel profondo della nostra anima creativa, isolandosi da un mondo che probabilmente non si vuole più molto bene... e continua a commettere gli stessi errori del passato...''.
Perché ha scelto di essere affiancato da Francesco Spinazza, Marco Battigelli e Mohan Chao nella composizione? Avete in programma una toruneè per promuovere questo straordinario lavoro? ''Sono tre straordinari giovani talenti che hanno fatto insieme e con me il percorso accademico al Conservatorio di Milano, insomma sono alcuni tra i miei migliori allievi. Marco Battigelli, Monique Chao, Francesco Spinazza. Anime gentili, curiose ed appassionate come la materia in oggetto richiede.
Per ora abbiamo un concerto il 15 novembre a Castellanza al Teatro Dante, ma sarebbe bello portare in tour questo bellissimo progetto, anche se far girare una orchestra jazz richiede un notevole budget economico che quasi nessuno è disposto ad investire… ma noi come già detto siamo sempre alla ricerca di pazzi visionari…''.
Come incoraggiare i giovani a intraprendere un percorso nella musica jazz e classica, con particolare attenzione allo studio? ''Sono sempre dell’idea che la Musica, più di ogni altra Arte, aiuta ad esprimere la propria anima con un linguaggio universale e a comunicare con tutti… il Jazz con la sua visione a 360° ti permette di sviluppare il gusto, di studiare i vari generi musicali e rimetterli in discussione attraverso la contaminazione rendendo personale qualsiasi sviluppo formale… lo studio, lo studio, la conoscenza e la sua condivisione rappresentano gli elementi fondamentali di una società civile''.
Grazie del suo tempo, le lasciamo le ultime righe per concludere come preferisce questo nostro incontro... ''Grazie a voi per aver dato voce ad un progetto ambizioso, colto, jazz e per nulla commerciale…''.