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18/10/2024   MIKE ORANGE & GABRIELE GRAZIANI
  ''Occorre alzare il livello dalla tua esperienza personale a quello che può valere anche per tutti gli altri...''

Mike Orange e Gabriele Graziani, cantautori e amici di lunga data, hanno messo a frutto la propria vicinanza artistica con due singoli, "Ragni" e "Lasciami qui", preludio a ulteriori uscite. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.

Ciao, ci raccontate come nasce questa collaborazione? M: ''Un saluto innanzitutto alle amiche e agli amici di Music Map, è un piacere essere qui. Per rispondere alla tua domanda, Gabriele e io siamo amici da qualche anno e avevamo voglia di scrivere qualcosa di nuovo insieme. Di solito ci scambiamo le bozze e ci diamo dei consigli, abbiamo pensato che sarebbe stato bello scrivere insieme''. G: ''Un mio amico, Riccardo dei Bravo, un giorno mi chiede se poteva dare il suo numero a un amico che voleva suonare al Sottoscala 9, il circolo dove sono direttore artistico. Nonostante la fiducia nei confronti di Riccardo penso: “che palle”. Poi lo sento sia per telefono che su spotify e diventa uno dei miei migliori amici. La collaborazione è nata li, era sicuro che a un certo punto avremmo fatto qualcosa assieme''.

E’ stata più complicata da scrivere “Ragni” o “Lasciami qui”? M: ''Da scrivere ''Lasciami qui'', da produrre ''Ragni''. Poi, va beh, non siamo andati alla ricerca della perfezione, abbiamo realizzato tutto nel mio home studio. Era importante testimoniare l’esperienza di scrivere insieme''. G: ''Lasciami qui, perché il testo che ci avevamo appoggiato sopra ci era già entrato in testa, anche se erano parole senza senso, quindi trovare altre parole senza pensare a quello ci ha messo un po’ in difficoltà ma stiamo comunque parlando di due ore perché siamo dei fighi e perché il sushi che stavamo mangiando mentre scrivevamo il testo definitivo ci ha aiutato molto''.

Che ruolo ha avuto la vostra esperienza personale nella scrittura di queste canzoni? M: ''L’esperienza personale conta sempre tantissimo. In generale come fai ad essere autentico se non ci metti del tuo in quello che fai? Vale per tutte le azioni creative secondo me. Poi devi essere bravo ad alzare il livello dalla tua esperienza personale a quello che può valere anche per tutti gli altri. Le persone di razza umana più o meno hanno dei bottoni che attivano tutti, secondo me''. G: ''In questo caso stranamente non ha avuto un ruolo centrale per me: nel mio apporto a questo esperimento ho pensato prima al suono delle parole e poi al senso, quello lo abbiamo trovato dopo, sto in questa fase qua, dopo anni di autobiografia in musica mi so un po’ stufato''.

Quali sono le principali differenze tra il vostro lavoro solista e questa collaborazione? M: ''Non lo so, non me la sono mai fatta questa domanda. Una sorta di continuità credo ci sia, anche solo per il fatto che comporre è una cosa di esperienza dove ti metti in gioco tu. Poi credo che la modalità che ci siamo dati (ci vediamo, componiamo e produciamo qualcosa) ti invita proprio a metterti in gioco, anche solo per chiudere il pezzo in giornata''. G: ''In questo momento sono in una fase di trasformazione artistica: con il nome di Chiazzetta ho da poco concluso un percorso durato 25 anni e 10 dischi in cui avevo una storia da raccontare e tante cose da dire. Ora il mio approccio alla musica è più leggero e questa collaborazione ha contribuito a creare il mio nuovo stile solista, quindi direi che al momento non ci sono molte differenze a parte che non c’è sempre Mike con me''.

Come vedete evolversi la vostra carriera dopo questa collaborazione? M: ''Per me quello che è cominciato con questi primi singoli inaugurano il progetto sessions. Quello che ho fatto con Gabriele è successo con altre artiste e artisti della scena che stimo e che hanno accettato questa sfida con me. Quindi diciamo che fino a maggio usciranno un po' di cose''. G: ''Non uso più la parola “carriera” da molto, non ho progetti di mercato, successo e cose simili, suono e canto ancora perché non riesco a vedere un futuro senza musica ma lo faccio sempre più per me e per alzare qualche spiccio''.

Cosa avete imparato l'uno dall'altro durante questa collaborazione? M: ''Gabri durante questa session mi ha spiegato come scrive lui le canzoni, ho applicato quel metodo per scrivere più o meno tutti i pezzi del mio nuovo album in lavorazione''. G: ''Entrare nella testa e nel cuore di un’altra persona che scrive e mischiarsi è sempre un’esperienza che arricchisce, con Mike è stato ancora più bello proprio perché siamo simili ma diversi allo stesso tempo. Da un punto di vista pratico il mio compare mi ha dato spunti melodici nuovi e forse ho imparato un po’ anche a fare i cori, cosa per cui sono sempre stato negato''.