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20/12/2024
17/10/2024 RENATO CARUSO
''La musica era considerata una scienza nell'antichità, studiata insieme ad aritmetica, geometria e astronomia...''
Renato Caruso, classe 1982, suona dall’età di 6 anni: chitarra e pianoforte sono i primi strumenti ai quali si avvicina. Il chitarrista e compositore lavora per cinque anni presso l’accademia musicale di Ron, “Una Città Per Cantare”, come docente di chitarra classica, acustica ed elettrica, teoria e solfeggio, informatica musicale e responsabile web. Nel corso della sua carriera si esibisce con artisti del calibro di Ron, i Dik Dik, Red Ronnie, Alex Britti e Fabio Concato. Nel 2015 pubblica il suo primo libro “LA MI RE MI” (Europa Edizioni): un breve saggio-discorso sulla musica e il suo intreccio innovativo con le tecnologie informatiche. Nel 2016 esce il suo primo album di chitarra acustica “ARAM”.
Il chitarrista crotonese è l’inventore del genere musicale “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali, tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica. Nel maggio 2018 pubblica il suo secondo album solo guitar “PITAGORA PENSACI TU”. A luglio dello stesso anno apre il “Fiuggi Guitar Festival”, il più importante festival chitarristico d’Italia, a settembre si esibisce nell’ambito del “City of guitars”, il prestigioso festival internazionale dedicato alle sei corde di Locarno (Svizzera) e ad ottobre è tra gli ospiti del “MEI- Meeting delle Etichette Indipendenti” di Faenza (RA). Nel marzo 2019 apre una data di “Off the record” (la serie di concerti di Francesco De Gregori al Teatro Garbatella di Roma). Nel 2021 ha pubblicato “Grazie Turing” (Believe), album solo guitar, colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura del suo libro, “# DIESIS O HASHTAG?” (OneReed, 2021). Nel 2022 ha messo in vendita i suoi primi tre NFT– Non Fungible Guitar (9 AM), Non Fungible Guitar (11 AM), Non Fungible Guitar (11 PM) – legati a un concetto che Renato ha sviluppato, ovvero il concetto di “RELATIVITÀ MUSICALE”. Renato Caruso è compositore e chitarrista per diversi artisti. Attualmente lavora presso diverse accademie come docente di chitarra classica, acustica, T&S e informatica musicale.
Come nasce l'invenzione del genere musicale “Fujabocla"? ''Nel 2007, appena trasferito a Milano, mi iscrissi alla SIAE. Un giorno, mentre ero in tram, mi venne in mente un acronimo dal nulla: FuJaBoCla. Questo termine sintetizza Funk, Jazz, Bossa e Classico, rappresentando le diverse influenze musicali e culturali provenienti da tutto il mondo. Sebbene ci siano altri generi importanti, come il Rock e il Pop, non li ho inclusi direttamente poiché suonare FuJaBoCla porta naturalmente a un Pop contaminato e, in un certo senso, anche al Rock. Partendo dall'Europa, questo percorso musicale si estende fino al Nord e al Sud America.
Viviamo in un mondo sempre più dominato da idee e culture diverse: oggi, appena fuori casa, possiamo trovare influenze cinesi, pakistane, indiane, giapponesi, marocchine e brasiliane, che inevitabilmente modificano il nostro modo di agire, pensare e interpretare la realtà. Anche le nostre abitudini quotidiane si sono evolute: non molto tempo fa, la scelta culinaria era limitata a vari ristoranti italiani e pizzerie, mentre ora possiamo trovare facilmente cucina giapponese, cinese, marocchina, indiana, greca, e molto altro. Questo cambiamento, spesso inconsapevole, ha un impatto diretto sul nostro modo di pensare.
Lo stesso fenomeno si riflette nella musica di oggi, dove si raggiunge un nuovo traguardo caratterizzato dalla poliedricità del ritmo, della melodia e dell'arte musicale in generale. FuJaBoCla ha solide radici nella musica classica, perché credo che ogni cosa abbia bisogno di una base culturale classica. È un po' come fece Einstein, che a un certo punto della sua vita si dedicò allo studio della matematica classica per scoprirne segreti ed errori; allo stesso modo, anch'io ho voluto inserire una dose significativa di musica classica nel panorama musicale.
In coda all'intervista potete vedere una spiegazione di FuJaBoCla: il video è un po' datato e non perfetto, ma riesce a trasmettere il concetto. Qui invece la tesi con il concetto di FuJaBoCla: https://www.renatocaruso.it/download/biografia/tesi3.pdf''.
Durante l'evento "Chiffres et Notes" a Marsiglia hai esplorato anche il legame tra fisica, astronomia, informatica e musica. In che modo queste discipline scientifiche si intrecciano nella tua visione della musica, e in che modo influenzano i tuoi brani? ''Sono cresciuto in una famiglia dove la musica era di casa. Mio padre e mio fratello maggiore, che è anche un artista e pittore, suonavano entrambi, quindi gli strumenti come chitarre e tastiere non mancavano mai. Col tempo mi resi conto che la musica mi appassionava profondamente, tanto che mio padre mi suggerì di provare a iscrivermi al conservatorio. Inizialmente ero titubante, ma poi tutto andò per il meglio. La mia passione è nata in modo naturale, poiché fin da piccolo ho "respirato" note in casa. Mio padre, cantautore amatoriale e chitarrista, aveva anche una scuola di musica e, pur essendo insegnante di filosofia alle superiori, coltivava la cultura musicale per sé e per noi ragazzi. Amava suonare con le band degli anni '60 e '70, e lo si trovava sempre con una chitarra o un libro in mano. Non potevo che innamorarmi di entrambi questi mondi: la musica e la letteratura.
La mia formazione musicale è stata influenzata dai dischi che si ascoltavano in famiglia: mio padre mi faceva conoscere i Beatles, i Rolling Stones, l'Equipe 84 e Battisti; mio fratello mi introdusse ai Litfiba e a Ligabue, mentre mia madre amava Nannini e Battiato. In seguito, gli studi al conservatorio hanno acceso la mia passione per la musica classica, e da allora non ho mai smesso di ascoltare compositori come Chopin, Beethoven, Puccini e Verdi. Questi dischi occupano ancora oggi un posto speciale nella mia collezione. Poi sono arrivati artisti come Sting, Pino Daniele e Pat Metheny, che hanno contribuito a definire il mio stile musicale.
Dal punto di vista formativo, ho una base sia musicale che scientifica: ho conseguito una laurea in informatica, una in chitarra classica e un'altra in informatica musicale. Sono sempre stato un appassionato lettore e curioso esploratore dei temi che uniscono musica e scienza. Dopotutto, la musica era considerata una scienza nell'antichità, studiata insieme ad aritmetica, geometria e astronomia nel quadrivio. Le note stesse sono fatte di frequenze e vibrazioni, che si possono misurare in termini numerici; anche oggi, ascoltiamo musica tramite CD, radio e tecnologie che funzionano grazie a informazioni rappresentate numericamente.
Nelle mie composizioni racconto le storie di appassionati e studiosi che hanno contribuito sia al mondo della musica che a quello della scienza, celebrando questo legame profondo tra creatività e conoscenza''.
Alla fine dell'incontro sei stato affiancato da Greta Cominelli e Gaetano Cappitta per eseguire alcuni tuoi brani. Come la collaborazione con loro ha arricchito la performance? ''Parlare di matematica e musica per un'ora e mezza può intimidire persino me! Per questo motivo, le pause musicali sono sempre benvenute, sia le mie che quelle di altri artisti. Con Greta, ad esempio, abbiamo scritto molti brani insieme e presto uscirà un nuovo album. Inoltre, ho avuto il piacere di esibirmi diverse volte con Gaetano, condividendo il palco e la passione per la musica''.