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22/11/2024
29/08/2024 MARCO ELBA
''Con la mia musica voglio emozionare ma anche divertire, lasciare qualcosa in ogni mio ascoltatore...''
È un EP quello con cui esordisce il cantautore savonese Marco Elba sotto l’effige discografica della VOLUME!. Si intitola “Frammenti” e sembra voler rompere e mescolare le abitudini. La sua “Hit invernale”, le luci assenti di “Batman”, il gusto world in senso di “non-appartenenza” della splendida “Rub’ al-Khali”. C’è la trap, c’è il pop, ci sono mondi lontanissimi e una inquietudine densa di ispirazione. Aspettando il primo vero disco…
Esordio discografico che arriva in un tempo dentro cui spesso parliamo di rapporti. A quale bisogno rispondo questo disco di Marco Elba? ''Risponde al mio bisogno di esprimermi e comunicare, ma anche di coinvolgere. Con la mia musica voglio emozionare ma anche divertire, cercando sempre di essere originale e lasciare qualcosa in ogni mio ascoltatore''.
Perché un EP? Questa forma contratta delle cose… ''Dato che si tratta di un esordio abbiamo optato per qualcosa di più contenuto, semplice e immediato. Tuttavia confesso che l’album è in cantiere. I brani non mancano e io non mi do tregua: produco giorno e notte per cui non vedo veramente l’ora di far ascoltare tutte le cose a cui sto lavorando''.
Cosa sono per te i “Frammenti”? Cosa intendi di preciso? ''I frammenti sono le diverse sfaccettature che compongono me e la mia musica. Questo EP ne è la diretta rappresentazione. Un viaggio attraverso emozioni, atmosfere e scenari differenti, che spazia da brani più urban e introspettivi a pezzi più ballabili e spensierati. Come pezzi di un puzzle che possono sembrare diversi, ma che una volta uniti mostrano un disegno molto più grande e complesso. Tutti questi mondi sono declinazioni della mia musica, facce della stessa medaglia. C’è il tempo per emozionarsi ma anche quello per divertirsi''.
Dal vivo come suona “Frammenti”? Hai pensato anche a sperimentare nuove forme e nuove scritture? ''“Sperimentazione” potrebbe essere il mio terzo nome (solo perché il secondo sarebbe “determinazione”). Smanetto e gioco ogni giorno con nuovi suoni, strumenti e forme. Mi diverto moltissimo, ed essendo anche il producer dei miei brani mi è incredibilmente utile. Dal vivo cerco di ricreare l’efficacia della registrazione, aggiungendo ovviamente la magia del live che rende tutto più bello e prezioso''.
Il suono digitale oggi, per te, per tutti… una via di sperimentare quello che ci era proibito, o una chiave di facile consumo che rende gratuito tutto? Come a dire: basta programmare un computer e si può fare tutto... ''Io nasco come pianista, ho studiato per anni musica classica e adoro l’acustico. Ma sono anche un grande amante dell’elettronica. Sicuramente le competenze necessarie per fare musica si sono abbassate incredibilmente negli ultimi anni, nel bene e nel male. Potremmo iniziare un discorso infinito sulla qualità della musica attuale e su come le nuove tecnologie l’abbiano stravolta, in positivo e in negativo. Ma non è questo che mi interessa. A me interessa migliorare e avere più strumenti possibili per dar sfogo alla mia creatività, e sicuramente l’elettronica è uno di questi. Alla fine non è troppo diverso premere i tasti di un pianoforte dal premere i pad di un launchpad. Attenzione, io amo e sempre amerò la magia dell’acustico, ma adoro anche l’elettronica. I diversi tipi di sound che si possono creare col digitale ampliano a dismisura le potenzialità creative, e i prodotti che si possono ottenere sono estremamente affascinanti. In fin dei conti si tratta di uno strumento come un altro, e personalmente adoro i risultati sonori che si possono raggiungere. Indubbiamente è più facile ottenere materiale “ascoltabile” con strumenti del genere, ma alla fine, così come avviene con l’acustico, è la bravura del musicista a fare la differenza. Una produzione 100% digitale di un dilettante che lascia fare tutto al programma di turno non sarà mai come quella di un producer professionista che conosce bene la musica e usa con talento e competenza lo stesso identico programma. In sintesi, sono un grande amante e sostenitore del digitale, a patto ovviamente che rimanga solo uno strumento e non prevalga in alcun modo sull’artista o sul processo creativo di quest’ultimo''.