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20/12/2024
30/07/2024 DECA
''La trasformazione è un flusso continuo, non c'è un punto di arrivo, ma solo un susseguirsi di rivelazioni...''
Sembra chiudersi una trilogia iniziata nel 2021 con il disco "Lucifero Alchemico" (2021) e proseguita poi l’anno scorso con l’uscita di “Antimateria Psichica”. Come si intuisce dai titoli, quello che ci attende non è da meno… e di certo non mi riferisco soltanto al titolo quanto soprattutto ai contenuti. Esce “Strategia Esoterica”: DECA si concentra sul suono ovviamente e restituisce a lui il compito di realizzare “esperienza”, dall’immersione psichica a quella corporea (volendo, dipende poi dall’ascolto di ognuno). È un disco che non riguarda la forma canzone in senso tout court ma si rivolge proprio ad un concetto di rapporto con il suono. Andiamo oltre… non possiamo restare ancorati alla semplice canzone strutturata e canonizzata. Qui le regole non esistono.
Partiamo dalla copertina: un’immagine densa di simbologie. Ce la racconti? ''La copertina di Strategia Esoterica è una mediazione e una sintesi tra due concetti apparentemente distanti. La Strategia di solito è associata alla sfida, alla battaglia, allo sport, al gioco. Mentre l'Esoterismo è una sfera di pensiero e cultura più vicina al magico, alle linee trasversali della conoscenza; perché presuppone un'iniziazione. Eppure, alla fine, in quell'immagine coesistono due iconografie che sembrano convergere su un unico tema. La figura cornuta di spalle che attira su di sé la luce è una figura più mitologica che biblica. Può essere il dio Pan, o il Baphomet dei Templari che gli esoteristi del XIX secolo legarono al solve et coagula alchemico. Comunque si tratta di una figura ancestrale, silente e pervasa di mistero. Domina questa immensa scacchiera, piano di sfida strategica, ma anche pavimento del tempio massonico. Guarda dove noi non possiamo guardare. Forse custodisce la chiave di volta della vera conoscenza e volta le spalle al nostro presente che è fatto di continue battaglie da vincere. Nell'edizione fisica dell'album - cioè il cd - c'è un booklet con molte altre immagini emblematiche che si agganciano a temi dell'esoterismo e non solo''.
La figura di Satana per te cosa simboleggia? E che suono ha? ''Parlare di Satana in riferimento a Strategia Esoterica credo esuli dal contesto di questa intervista e comunque ci porterebbe a un discorso estremamente lungo. Lungo perché finalizzato a fugare eventuali inevitabili ambiguità e perplessità su un tema sempre controverso e minato da grande ignoranza o confusione. Anche quando pubblicai Lucifero Alchemico nel 2021 furono in molti a chiedermi qualcosa sulla mia visione del satanismo e delle energie occulte, partendo da un assunto per me già viziato, in quanto nella tradizione culturale considero Lucifero e Satana due figure distinte, soprattutto se viste attraverso la lente dell'approccio spirituale o teologico. C'è poi una forma di satanismo cosiddetto razionale che avvicina e sovrappone le due figure, delineando l'idea dell'entità ribelle e autonoma che porta la conoscenza all'uomo e lo libera dal giogo della divinità autoritaria. Entità più luciferiana e prometeica che satanica, in ogni caso. Ma individuabile peraltro anche in Satana stesso, con una prospettiva illuminista. Il Satana che invocava nei suoi versi Giosuè Carducci (A Satana - 1863). L'angelo ribelle biblico diventa anche l'antagonista del dogma religioso. Resta un discorso molto complesso, comunque''.
Lo stato di trance penso abbia catturato l’attenzione di tutti… che stato è e che suono ha potuto consegnarci? ''Quando si accarezza la tentazione di sperimentare senza remore è inevitabile sconfinare in territori che hanno il sapore della provocazione. Nell'arte figurativa succede di continuo. E sappiamo che è dalle provocazioni più geniali che sono nate intere correnti artistiche di enorme rilevanza. Pensiamo all'orinatoio di Duchamp, ai tagli di Fontana, al cubismo picassiano. Non che voglia mettermi sullo stesso piano, sia chiaro, ma è importante varcare nuove soglie e mantenere alta la curiosità di scoprire modalità creative anche molto bizzarre. Il regista tedesco Werner Herzog girò un film facendo recitare gli attori in stato di ipnosi (Herz aus glas - Cuore di vetro; 1976). Io quando ho registrato Strategia Esoterica mi sono trovato in una condizione analoga, benché imprevista. L'ascolto ripetuto di alcune sonorità che avevo elaborato ha prodotto uno stato ipnotico, in certi momenti. Stato da cui era difficile uscire perché era come se mi facesse sprofondare nel magma di certi ricordi molto emozionali. Mi ci sono ritrovato inconsapevolmente e ne sono rimasto affascinato e sconvolto nel contempo. In quella condizione ho poi registrato delle tracce vocali, con uno straniamento della memoria che la rendeva più emotiva che visiva. La voce fluiva fuori dal corpo senza che io la controllassi consapevolmente''.
Hai mai pensato di raggiungere un simile risultato anche con suoni della natura, liberi, senza alcun tipo di trattamento? ''In molti miei lavori ho fatto largo uso sia di suoni e rumori naturali, sia di strumenti acustici. Quasi sempre elaborati e filtrati per ottenere sonorità inedite che in qualche modo mantenessero però la radice originaria. Certo per il tipo di sound che caratterizza buona parte della mia produzione lasciare il suono dell'acqua - ad esempio - nella sua forma naturale sarebbe un po' una forzatura. In parte perché quel tipo di sonorità è proprio di un genere ambient specifico che utilizza tradizionalmente contesti spontanei, anche se spesso con contaminazioni elettroniche. In parte diciamo che l'inserimento di certi suoni è ormai abusato in tutta la storia del rock e non solo. Pensa ai Pink Floyd che già cinquant'anni fa miscelavano nei loro brani acqua, vento, latrati di cani e via dicendo. In qualche mio disco, a dire il vero, il vento si sente; ma sono casi sporadici e funzionali al concept del pezzo specifico. C'è anche il lungo intro del brano Masstrack, dal vinile antologico MASS, costituito dalla registrazione diretta di un temporale pazzesco che si abbattè sulla mia città nel 1988. Con dei tuoni crepitanti spaventosi''.
In questa lunghissima tavolozza di suoni, campeggiano anche momenti di chitarra elettrica che molto attingono a immaginari rock… o sbaglio? C’è anche questa radice? ''Quelli che intercetti come interventi di chitarra distorta in verità sono suoni di sintetizzatori e voci, trattati con degli effetti che li rendono più simili a suoni della seicorde elettrica. Io sono abbastanza avulso dal mondo chitarristico, nel senso che è uno strumento su cui ho sempre avuto dei limiti. Il che non implica che tenga le distanze, anzi: amo il rock puro e svariati chitarristi sono tra i miei artisti preferiti. Nella mia produzione di chitarre ce ne sono poche, però. Quando le ho inserite mi sono affidato a musicisti capaci, non mi sono improvvisato chitarrista, a meno che non si trattasse di parti molto semplici. Tuttavia se parliamo di radici come retroterra culturale, indubbiamente anche parte della mia produzione elettronica in qualche modo ha subito influenze dal rock più ortodosso. Vanno sviscerati dei percorsi emotivi e creativi non lineari, ma in alcuni miei album è stata determinante la passione per i Cure e per i Killing Joke, per citare un paio di riferimenti. Questa componente pur lavorando sottotraccia alla fine rende apprezzato il mio sound anche a molti metallari e rockettari''.
Alla fine di tutto questo lavoro… chi o cosa sei diventato? ''Sono rimasto sostanzialmente quello che ero prima, con qualche grammo di esperienza in più e qualche centimetro in più di apertura nella mia visione del mondo. Ogni opera piccola o grande che vado a completare mi spinge avanti, fa evolvere sia l'artista, sia l'uomo. Soprattutto mantiene viva questa bellissima urgenza di affrontare costantemente nuovi esperimenti, ricombinando percorsi che permettono di aprire nuove porte. Rimettendosi costantemente in discussione, oltretutto, sennò uno si pone in una condizione di autoreferenzialità che giustifica sia la pigrizia mentale, sia il vivere di rendita. L'energia iniziatica che dà il titolo al brano di apertura dell'album è di fatto l'energia che anima e dinamizza il mio lavoro. La trasformazione è un flusso continuo, non c'è un punto di arrivo, ma solo un susseguirsi di rivelazioni che portano ulteriore conoscenza e coscienza. La mia musica è un processo alchemico e va di pari passo con il mio procedere sulla Via Iniziatica''.