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16/07/2024   MANUPUMA
  ''Scrivere è come essere un fotoreporter: cerco di cogliere l’attimo per poi trascriverlo...''

Dopo l’esordio che l’ha consacrata come una delle realtà più originali della scena musicale femminile, Manupuma torna con un nuovo album autoprodotto che include canzoni recenti e brani già registrati in passato, ripresi e ricantati per questa nuova release. Per l’occasione le abbiamo fatto qualche domanda su questo nuovo lavoro.

Da qualche giorno è disponibile su store e piattaforme ''Cuore Leggero'', il tuo nuovo album, prodotto da Taketo Gohara, quali sono le caratteristiche che cerchi in un produttore? ''Le caratteristiche che cerco in un produttore sono: rispetto, apertura, ascolto, empatia sul mondo, sui mondi che cerco di evocare, essere con me con quello che sento e con quello che voglio comunicare, per questo secondo album dove la mia esigenza era quella di cantare con una timbrica vocale variegata, la presenza di Taketo è stata molto importante, mi ha aiutato come una "apneista" ad immergermi nei suoni di ogni brano per farmi poi nuotare libera nell’immensità del mare''.

Su Spotify esistono due diverse versioni del brano “Nucleare”, quella cantata da te e inserita nel nuovo album e la versione realizzata insieme ad Arisa, come hai conosciuto Arisa e come è nata la collaborazione? ''Con Arisa ci conosciamo da diversi anni, avevamo amici comuni e ogni tanto ci si incontrava in giro, ci siamo ritrovate anni dopo, intorno al 2019, perché il suo manager di allora aveva iniziato a lavorare anche con me per il mio secondo album. Mandai a Arisa il mio secondo album e la cosa che mi colpì fu la sua grande generosità, mi propose di cantare assieme uno dei miei brani, ricordo dei giorni molto belli in studio, avevamo individuato il brano da cantare assieme, ma avevamo fatto prove anche su altre canzoni, tra cui “Nucleare” . Ho un ricordo bellissimo di quel momento, ci tenevamo la mano, lei cantava e io facevo i controcanti, sentire la sua voce in cuffia la sua intonazione, la sua voce angelica rimane un ricordo indelebile che porto nel cuore ed è molto bello. Arrivato il lock down, abbiamo sospeso tutto ma, a un certo punto, ho riascoltato “Nucleare” incisa quel giorno con la sua voce, guardavo fuori dalla finestra e vedevo il deserto, a Milano si sentivano solo i suoni di ambulanze ed elicotteri, quella canzone portava dentro un messaggio d'amore. Arisa ebbe l'idea di chiamare la Fondazione Rava per la quale aveva già lavorato, alla quale piacque molto il brano, così Arisa e la Fondazione concordarono che i proventi dell'acquisto del brano sarebbero andati a favore di un reparto dell'ospedale Mangiagalli di Milano per il reparto maternità per proteggere le mamme in dolce attesa dal Covid. Quando ascolto la sua versione mi vengono ancora i brividi, non solo per la sua voce e la sua interpretazione, ma anche per il suo coraggio e il suo gran cuore''.

Descrivi ''Cuore Leggero'' con tre aggettivi... ''Controcorrente, anticonformista, vero''.

Da cosa ti fai ispirare per scrivere i testi delle tue canzoni? ''Per scrivere mi ispiro a tante cose. Per me scrivere è un po’ come essere un fotoreporter: sto in mezzo a persone e situazioni, osservo e cerco di cogliere l’attimo per poi trascriverlo. Mi faccio ispirare da ciò che succede nella mia vita, nella vita delle altre persone e poi molti film, letture, cibo, viaggi e la natura''.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere il nuovo album? ''Mesi, anche se no so quantificare precisamente''.

Pensi sia più difficile per una donna emergere nell’attuale scena musicale? ''Dipende da cosa intendi per scena musicale. Io faccio sicuramente parte di una scena indipendente, comunque sì, è più difficile, ci sono ancora delle dinamiche che sembrano essere scardinate ma scorrono come un fiume sotterraneo, ai più ancora invisibile''.

Tre cantautrici che stimi particolarmente? ''Cassandra Raffaele, Rachele Bastrenghi, Cat Power''.