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03/07/2024   MATTIA CAROLI & I FIORI DEL MALE
  ''Cercare di coinvolgere le persone sia mentalmente che fisicamente...''

Dopo oltre 400 concerti in giro per l'Europa, la band Mattia Caroli & I Fiori del Male torna con "Duplicità", un nuovo singolo che fonde rock ed elettronica. Un brano che racconta di tensione erotica e visioni oniriche, frutto delle esperienze live e della voglia di sperimentare nuove sonorità.

Dopo oltre 400 concerti in varie capitali europee, come si riflettono le vostre esperienze live nel nuovo singolo "Duplicità"? ''L’esperienza del live ti spinge a cercare un sound che riesca a coinvolgere le persone sia mentalmente che fisicamente, ed è sicuramente stato fonte di ispirazione dal punto di vista compositivo. Questo ci ha portato a sperimentare sonorità nuove, abbiamo cercato di dare al brano un taglio rock con elementi elettronici''.

La vostra musica è caratterizzata da una fusione di generi diversi. In che modo avete cercato di mantenere questa varietà e allo stesso tempo creare un sound coeso per "Duplicità"? ''Anche in quest’ultimo singolo abbiamo cercato di fare una sintesi ed aprirci verso nuovi orizzonti musicali. In ''Duplicità'', come nel singolo precedente ''Throwing out all my fear'', abbiamo dato spazio ad una dimensione elettronica attraverso l’utilizzo di strumenti come il Moog, ma allo stesso tempo di coniugarla con l’impronta rock che caratterizzerà il prossimo album''.

"Duplicità" racconta una storia carica di tensione erotica e visioni oniriche. Come avete cercato di tradurre queste emozioni e immagini in musica? ''Il pezzo inizia col bordone del moog, che crea fin da subito un’atmosfera intima che dopo pochi versi si apre a dinamiche dal sapore rock. A metà del brano invece è presente un assolo di chitarra elettrica, eseguito con lo slide, dai forti sapori psichedelici e onirici, che rispecchiano le intenzioni del testo''.

Avete menzionato l'uso di strumenti come il moog e gli arpeggiatori per richiamare sonorità degli anni '80 e '90. Qual è stata la sfida più grande nell'integrare questi elementi vintage nel vostro stile contemporaneo? ''Avendo registrato alcuni strumenti analogici sicuramente la sfida è stata quella di ricercare suoni e dinamiche che fossero il più possibile funzionali all’idea che avevamo del brano, per esempio a volte basta cambiare leggermente un solo parametro - penso alla sezione inviluppi del Moog – ed che ecco che il suono e l’effetto cambia drasticamente''.

La vostra carriera vi ha portato a collaborare con artisti internazionali e a ricevere riconoscimenti importanti. Come queste esperienze hanno influenzato la vostra evoluzione artistica e il lavoro su "Duplicità"? ''Le esperienze che abbiamo avuto ci hanno cambiato, sia dal punto di vista umano che professionale e artistico. Tutto questo grande bagaglio ci ha formato e ci ha portato ad essere quello che siamo oggi ed inevitabilmente tutto questo poi si traduce nei nostri brani''.