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28/05/2024   WORLDPLAN
  ''La nostra “evoluzione” ci sta portando verso un baratro da cui sarà difficile risalire...''

Ecco “Se Tutto cade”, il nuovissimo singolo dei Worldplan che approdano ad un nuovo passo verso il disco di inediti. Sta tornando il rock, lo ripetiamo spesso… ed eccolo il suono scuro, distopico, apocalittico di una formazione che da tempo si sta facendo notare. I puristi avrebbero preferito una ruggine maggiore… speriamo trovino l’equilibrio giusto per rompere le redini verso un rock sempre più acido. Sempre a detta dei puristi s’intenda…


Emancipazione, evoluzione o decadentismo? Che stiamo vivendo? ''
Probabilmente tutte e tre le cose. Per noi non si tratta né di puro decadentismo, né di un desiderio di emancipazione totale dalla società.
 Diciamo che, secondo il nostro punto di vista, il termine evoluzione ha un po' perso la sua accezione prettamente positiva con il passare del tempo, o almeno, lo ha fatto in relazione al genere umano. Nonostante ci siano sicuramente molti lati positivi nello sviluppo sociale, pensiamo che la nostra “evoluzione” ci stia portando verso un baratro da cui sarà difficile risalire''.



Il phaser sul basso credo sia davvero di stili assai antichi. Se non erro nel mio ascolto… ed è un complimento per me. Quanto passato c’è dentro questo suono? ''
In realtà si tratta di un flanger. È tutta colpa dei maledetti The Cure...''.



E sarà il suono anche del nuovo disco dei Worldplan?
 ''Non ci piace usare il termine disco, ci piace più chiamarlo progetto. Ovviamente non sarà il perno principale del nuovo concept anche perché ci siamo concentrati molto sui suoni, sperimentando e virando soprattutto verso l’elettronica''.



Italia o resto del mondo? Visto che la vostra carriera ha moltissimi tratti internazionali…
 ''Come si può notare dalle nostre ultime scelte artistiche, ci piacerebbe molto avere spazio nella scena musicale italiana e quindi avere una fanbase in Italia.
 Allo stesso tempo, date le influenze del genere musicale che proponiamo e la presenza di band e artisti affini che si propongono principalmente in inglese, abbiamo la speranza che il cantare in madrelingua ci possa donare un carattere distintivo appetibile anche all’estero''.