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20/12/2024
09/04/2024 BETA LIBRE
''Arrivare ad anime alle quali la mia musica risuoni nel profondo...''
Eccolo “Winter circe”, eccolo il disco d’esordio di Benedetta Gaggioli in arte Beta Libre. Dagli studi classici al suono moderno, apocalittico se ci lasciamo prendere dal suo forte potere evocativo. La voce libera di esprimersi, il canto, il suono digitale, le sembianze di una forma che si rompe e genera nuove rinascite e nuove cose. È un disco interessante, forse ingenuo nelle sue libertà… una personalità forte e sicura che dentro questo flusso di coscienza sembra tradire molta fragilità. E noi indaghiamo da vicino.
Un esordio oggi… un esordio dai toni molto scuri e internazionali. Per te cosa significa e che aspettative gli affidi? ''Per me è un salto nel buio, una scelta coraggiosa e un rischio che avevo bisogno di correre. È il primo vero investimento di tempo ed energie nella mia creatività, in un desiderio tenuto nascosto per più di trent’anni. Quindi per me è un sogno essere qui a parlarvi del mio primo album, composto e prodotto tutto da me, ricco delle mie esperienze musicali e allo stesso tempo introspettivo ed esuberante. Non mi faccio grandi aspettative: l'ho fatto per me stessa, per il mio bisogno di esprimermi ed i brani sono arrivati in modo spontaneo, senza costruirli, senza adattarli al gusto di un possibile pubblico… ma ovviamente spero tanto di riuscire ad arrivare a delle persone affini, a chi può comprenderlo e ritrovarsi in esso, ad anime alle quali la mia musica risuoni nel profondo. Ecco, questo sarebbe bellissimo e mi auguro tanto che accada''.
Esiste una linea che separa la scena dal reale? Questo disco in quale delle due parti si posiziona? ''È tutto reale, è tutto vissuto, autentico. È fatto di lacrime e sangue, sogni e lutto, ricordi e esperienze del presente. Le urla di disperazione perchè stavo perdendo il mio amico più caro (in ''Lost'') sono reali, così come il desiderio di tornare a incontrarsi e baciarsi senza paura dopo la pandemia (in ''Enjoy'') e il ricordo di un addio, di un ultimo sguardo che continua a tormentarmi (in ''Turn''). Fa tutto parte di me, è tutto ancora vivo in me, ogni canzone brucia ancora nelle mie profondità e risentirle o cantarle dal vivo è un'esperienza catartica e straziante al tempo stesso''.
Un suono assai esoterico e digitale nonostante le tue radici provengano da studi classici o sbaglio? Come accade questa rivoluzione? ''Esatto, ho fatto un percorso lungo di studio e perfezionamento in conservatorio nel canto lirico e una carriera in questo ambito ricca di esperienze diverse e adesso sto studiando composizione. Nonostante questo non ho mai messo confini ai miei gusti musicali e ho sempre apprezzato la musica pop, rock, alternativa, elettronica... soprattutto Bjork. Credo che la musica sia un linguaggio meraviglioso in ogni sua declinazione e la cosa più importante per me è creare un mondo sonoro che mi rappresenti e che possa accogliere le mie emozioni e le esperienze che ho bisogno di elaborare. La vera rivoluzione è stata credere ed investire nella mia creatività, ritagliando spazi e risorse per far nascere questo mio progetto, per nutrirlo, per permettermi di sentirmi finalmente libera di esprimermi e non relegare la mia voce all'interpretazione della musica scritta da altri''.
Dal vivo come vive questo suono? ''Di solito suono insieme a Rick Landi, coproduttore del mio album, polistrumentista, che si occupa principalmente di sintetizzatori e campionatori e dal vivo mi aiuta a rendere convincente e intenso ogni brano. Io invece ho una loop station con la quale amo sommare e modificare le voci che registro in diretta, e il sintetizzatore con il quale ho registrato la maggior parte delle tracce del mio album. Mi diverto, mi muovo, canto libera e entrambi amiamo conservare un grande spazio per l'improvvisazione perchè sono convinta che sul palco ogni pezzo debba suonare sempre diverso, sempre nuovo e ispirato dal momento presente. C'è sempre della psichedelia, ci sono dei suoni anni ottanta, c’è la voce usata in tutte le sue sfumature espressive, ci sono parti più libere, vocalizzate e sinuose e altre molto ritmiche ed energiche. È un viaggio sonoro cangiante e io scivolo in un flusso di visioni e brividi''.
Dal vivo… come ci verrà mostrata Beta Libre? ''Probabilmente vestita di nero e di blu. Con un caschetto scuro, la bocca piena di suono, tanta energia palpabile e le emozioni che straripano come un fiume in piena''.