Sono presenti 1349 interviste.

20/12/2024
CARLO AUDINO
''Tutta la musica è importante, bisogna imparare a gustarne tutti i generi e le varie diversità...''

20/12/2024
GRETA CASERTA
''Le radici raccontano una parte importante di noi, della nostra storia...''

tutte le interviste


interviste

14/03/2024   BAD BLACK SHEEP
  ''Distorsore sempre 'on', un ritornello orecchiabile, tanto volume e buona volontà!...''

Benvenuti. Dando un’occhiata al comunicato stampa della vostra attuale etichetta, la V-Rec, leggiamo che il vostro esordio risale al 2013. Cos’è poi successo da un decennio a questa parte? ''Ciao Max e grazie di averci ospitato nel tuo spazio! I BBS nascono tra i banchi di scuola e subiscono il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, perciò dopo il 2013 per noi è iniziato un periodo fatto di cambi di formazione dovuti alle partenze per periodi di studio o lavoro lontani dalla sala prove e nuovi inizi. Nel 2017 finalmente troviamo una nuova stabilità a livello di formazione e cerchiamo di riprendere il discorso da dove ci eravamo interrotti!''.

Il nuovo lavoro s’intitola “L840” che poi è il codice catastale della vostra amata Vicenza. L’avete scelto con l’intenzione di dare un segno distinguibilissimo senza possibilità di errore? Di chi è stata l’idea? ''L’intero disco descrive come la nostra città faccia da sfondo ai momenti della nostra vita, e il codice catastale ci sembrava un modo univoco per identificarla. In tal senso L840 è il codice catastale che tutti noi ci portiamo dietro nel codice fiscale che teniamo in tasca. In qualsiasi parte del mondo decidiamo poi di passare la nostra vita, che ci piaccia o no, ci sarà sempre quell’L840 a ricordarci da dove veniamo. I testi sono scritti da me (Filippo) ma il titolo è stato scelto in maniera condivisa, a bocce ferme e a disco praticamente ultimato''.

Nei 9 brani si evince un sound bello compatto: è un genere comunemente masticato da tutti voi già in passato? ''Il disco, soprattutto nella parte di arrangiamento, è frutto del lavoro in sala prove nell’ultimo anno e mezzo, direi che ognuno di noi 3 ha delle influenze diverse ma il grande “cappello” dell’alternative rock ci accomuna. Siamo molto legati a sonorità piuttosto asciutte con cassa e rullo in 4/4, 4 accordi con il distorsore sempre “ON”, un ritornello orecchiabile, tanto volume e buona volontà!''.

Curiosamente, Il singolo “Azneciv” non è niente altro che il nome della vostra città scritto al contrario, quasi a testimoniare che, come la leggi la leggi, rimane immutata la sua bellezza, è così? ''E’ una bella chiave di lettura, voleva essere il nostro omaggio/citazione a Fernando Bandini, un poeta che ha descritto con queste parole la nostra città nel secondo Novecento. Nel testo della canzone ci sono ragazzi che salgono a Monte Berico, un piazzale che domina la città dove da ragazzi si vanno a celebrare tante ritualità (la notte prima degli esami, la prima uscita con la fidanzata, le varie pizze mangiate sul cofano della macchina), e si accorgono che ormai quel momento fatto di speranze è ormai finito, però da lassù Vicenza è bellissima!''.

Mi è capitato raramente di avvertire un amore cosi incondizionato verso la propria città da parte di una band. Ma, quali sono le emozioni che vi ha trasmesso (e trasmette tuttora) Vicenza? Magari, è un’occasione per parlare anche delle “bellezze” emotive che può elargire per contorni, monumenti ed itinerari non esplorati dal turista frettoloso... ''Speriamo che il nostro disco venga citato nella prossima guida Michelin! Mi sento di appartenere ad una generazione che è poco legata al proprio luogo di origine. Il disco vuole ricordare che anche le piccole città di provincia hanno tanto da raccontare, e sono una parte di noi''.

Tutto sommato, il fine profondo di “L840” è quello di raccontare il vissuto emotivo della vostra generazione, con annesse speranze e domande sul futuro. Che idea vi siete fatti sulle possibili prospettive del domani? ''Per la nostra generazione il domani è sempre un punto di domanda, siamo cresciuti con l’idea di precarietà tatuata nel profondo, e perciò per noi il domani è un domani molto prossimo, è difficile guardare tanto in avanti''.

“Arancione”, oltre ad essere il secondo singolo estratto, è anche il colore dello spritz, l’aperitivo per eccellenza, inteso come scrigno e depositario di una moltitudine di confidenze? A quanto sembra, è un rituale che per voi significa ancora molto? E infine: siete pronti a partire con i live? ''In realtà in questo caso arancione è il colore proprio di un drink diverso, lo “Specialino” che veniva servito da un locale molto in voga in città a cavallo del 2010, ma il concetto può essere esteso anche allo spritz ovviamente 😉. Da buoni vicentini ovviamente lo spritz non si discute e fa parte della vita di tutti noi! Non vediamo l’ora di partire con i live, per ora abbiamo una primavera abbastanza densa di date qui da noi, speriamo di “esportare” un po’ di vicentinità nel corso dell’estate! Grazie...''. (Max Casali)