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20/02/2024   AVVOLTE
  ''Senza nascondere le cicatrici sulla pelle, ma accettandole come un percorso naturale...''

Il bel rock italiano che tanto deve alle forme pop ma che in questo caso si concede derive altre. Tornano gli Avvolte, storica formazione torinese ed eccolo girare “Fenice”, un Ep che fa bella mostra anche di un gran video ufficiale in rete a coronare la title track. La nostra intervista.

Un Ep che dite essere del ritorno anzi della rinascita. Rinascere da cosa nello specifico? ''Rinascere prima di tutto come persone, con la consapevolezza di ciò che siamo oggi, ricordando le nostre origini e rispettandole. Una rinascita dalle avversità della vita, facendo tesoro di ciò che abbiamo vissuto, senza nascondere le cicatrici sulla pelle, ma accettandole come un percorso naturale dove si può cadere e toccare il fondo per poi trovare la forza di rialzarsi. In questi anni siamo diventati padri e abbiamo condiviso la bellezza della musica anche con i nostri figli, e da figli abbiamo vissuto il lutto della perdita improvvisa di un genitore e lottato in prima persona con la malattia per amore della vita. Dopo 10 anni lontani dalla scena live, sentiamo ancora l’adrenalina scorrere nelle nostre vene, perché la musica ci ha nutriti e la fratellanza ci ha sempre uniti, allora come oggi''.

Si rinasce in un tempo distopico… con un pop rock ancorato al passato per molti aspetti. Ed è un complimento almeno per come la vedo io. Che vita c’è attorno? ''In questi anni passati fuori dai palchi, ma comunque senza smettere mai di comporre e suonare in sala, abbiamo lavorato per rinnovarci rispetto a noi stessi, ma senza mai abbandonare del tutto le nostre origini come persone, autori e musicisti. Non nego che siamo dei nostalgici e continuiamo a portarci dietro alcune sonorità del passato. Quest’ultimo però è tornato di moda, ma indubbiamente con un’altra fruizione e interpretazione. Oggi i ragazzi ascoltano i Nirvana dagli smartphone e indossando la maglietta con lo smile 30 anni dopo la loro scomparsa, skippano da un brano all’altro su Spotify e se qualcosa piace forse ne guardano il video su YouTube. Noi sbarbatelli con i capelli lunghi pogavamo e sudavamo nei centri sociali con le band grunge che ci perforavano le orecchie dal vivo. I vinili e le cassette ti lasciavano assaporare un disco dall’inizio alla fine; lo desideravi, lo aspettavi, lo acquistavi, te lo ascoltavi in camera brano dopo brano, leggevi i testi e ne apprezzavi l’artwork, per poi metterti via i soldi e andare a vedere la band dal vivo. Ogni tanto conosco qualche giovane che si approccia all’ascolto della musica come facevamo noi adulti e nell’emozionarmi, continuo a nutrire speranza in quella meravigliosa e non ancora estinta cultura alla fruizione dell’arte. Sono davvero un fottuto nostalgico!''.

Tempi e modi sbagliati per il mondo digitale e liquido di oggi? ''Nonostante il mondo digitale abbia contribuito a farci dimenticare la bellezza e il fascino della lentezza, ognuno di noi può lavorare su sé stesso per dare il giusto valore al tempo e a ciò che lo emoziona. Ogni genere musicale ha i suoi fan per selezione naturale, come un’alchimia tra chi suona e chi ascolta. Non ci spaventano le logiche di mercato attuali, perché quando la musica o una forma d’arte arriva al cuore e allo stomaco, non si può far altro che nutrirsene!''.

Un Ep… arriverà il vinile? A questo punto parlo di vinile… ''Arriverà sicuramente anche il vinile e nei prossimi live potrete ascoltare altri brani nuovi che non abbiamo registrato sull’Ep''.

Bella anche la produzione video. Si torna a curare anche questo aspetto? Ho come l’impressione che si torni a curare tante cose che avevamo preso l’abitudine di lasciare… ''Come i pennelli si poggiano su una tavolozza per rubare il colore e donarlo ad una tela bianca, così le parole nei nostri testi spesso danno vita a immagini di natura diversa. Questa attitudine nel comporre, ci porta a volerci esprimere anche con il video, che consideriamo un bellissimo strumento di comunicazione complementare alla musica. Tutti e tre siamo molto appassionati di cinema e teatro, così quando ci dedichiamo alla realizzazione di un videoclip, inseriamo citazioni sia cinematografiche che letterarie, insomma è un’altro lavoro creativo che ci diverte molto!''.

Il tema del disco: la vita, l’amore, la rinascita… o la resilienza? ''Questo disco racconta la necessità di riscoprire e tutelare i sentimenti e i rapporti umani, smettendo di farci distrarre da tutto ciò che è effimero e nutre superficialmente l’ego del singolo individuo. La musica da sempre unisce le persone e in alcuni casi risveglia le coscienze. Questo disco vuole essere un augurio di rinascita, lasciando ad ogni ascoltatore la propria introspettiva interpretazione''.

Quanta rabbia c’è dentro? ''Spesso la crudeltà della realtà supera l’immaginazione e nel raccontarla così com’è, può essere interpretata da chi ascolta come rabbia. Quest’ultima non è un sentimento che accomunerei ai nostri brani, piuttosto parlerei di consapevolezza nel voler raccontare con lucidità la realtà del presente''.