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20/12/2024
20/12/2023 MICHELE PERRUGGINI
''Sperimentare il dolore serve a fortificarci e a tirare fuori risorse preziose per le future esperienze...''
Il tuo nuovo disco è uscito da pochissimo. Come sta andando? ''Ciao, spero stia andando bene. Non so ancora perché è troppo presto. Essendo poi musica di nicchia, purtroppo, non mi aspetto grandi numeri. Posso dirti che ci ho messo tutta l'emozione possibile e che ho avuto tanti riscontri positivi, sia da addetti ai lavori che da fruitori comuni... Credo che quando ci metti davvero l'anima in qualcosa, l'emozione in un modo o nell'altro arriva''.
Hai già avuto pareri positivi dal tuo pubblico? ''Come accennavo prima, sì. Solo dai pochi che hanno già ascoltato e sono tutto entusiasti''.
Un disco, te lo dico subito, emozionante e da un certo punto di vista "esoterico". Quali temi e sensazioni ti hanno guidato nella sua realizzazione? ''Grazie! L'emozione, nel bene e nel male, è il punto cardine della mia vita e di ciò che scrivo. Un artista sensibile credo sia come un termometro sociale, che sente sulla pelle ciò che accade intorno e che inevitabilmente influisce sul proprio umore e a livello emozionale. Poi "vomita" (uso tale termine per descrivere l'inarrestabilità e l'urgenza dell'esternazione) il proprio sentire attraverso le sue opere... Il tema è quello della disillusione, che si vive durante la crescita nello scoprire che tutto ciò che ci avevano raccontato da bambini, a fin di bene, non esiste. La vita vera è molto diversa, Meravigliosa, ma anche spietata a volte. Sperimentare il dolore serve in qualche modo a fortificarci e a tirare fuori risorse che si riveleranno preziose per le future esperienze''.
Le tracce creano un vero racconto sonoro, è evidente un lavoro di scaletta che renda il disco un viaggio con un suo incedere preciso. Che cosa lega i brani tra loro e quale è il filo rosso che traccia la trama del tutto? ''Mi piace che ogni mia pubblicazione non sia solo una sequenza di brani e che sia frutto di un pensiero ispirato. In questo caso, come dicevo prima, è la disillusione. Ho sempre amato i concept album, anche per questa caratteristica di collegare i brani in un unica opera. ''Disillusion'' è un viaggio in cui si susseguono immagini molto diverse, come accade anche nella vita reale. Se noti bene, anche i titoli, letti di seguito, ne narrano la storia''.
Il piano ha sicuramente un ruolo centrale, qui suonato da Roberto Olzer. Tu, batterista, come ti approcci a questo strumento? ''Ho sempre adorato il pianoforte, sin da bambino, ma non l'ho potuto studiare perché vengo da una realtà molto povera. Non era possibile affittare un piano e tantomeno acquistarlo, come pure pagare le lezioni. Infatti, anche la batteria l'ho iniziata a suonare e studiare tardi (a circa 16 anni) pagando le prime lezioni ad un ragazzo che la suonava da un paio di anni, con la misera paghetta che avevo e qualche risparmio ottenuto da lavoretti... Quando mi siedo al piano "gioco" con questo meraviglioso strumento e mi affido alle emozioni che mi trasferisce. Mi lascio portare senza schemi, preconcetti, stili... Se rabbrividisco va bene, altrimenti lascio stare. Uno dei lati positivi di non avere il retaggio classico dello studio è che tanti colleghi mi dicono che scrivo cose interessanti perché faccio accostamenti armonici senza regole, ma solo legati al sentire, come già dicevo. Da batterista cerco solo di non essere egocentrico nel suonare e di mettermi al servizio della musica nel modo più umile possibile, cercando di valorizzarla nel migliore dei modi. Anche restando in silenzio, se è necessario...''.
Quando hai conosciuto Mario Caccia di Abeat e quanto ha contato la sua presenza nel disco? ''Mario l'ho conosciuto circa dieci anni fa in occasione della pubblicazione del mio primo album ''Attraverso la nebbia''. Sin dall'inizio lui è stato entusiasta del mio modo di fare musica, come dire, senza confini... Mi ha sempre incoraggiato ed è una bella sensazione sapere di averlo a fianco a sostenermi''.
Dove e quando potremo ascoltare ''Disillusion'' dal vivo? ''Per adesso non saprei. Sto preparando il live, ma anche qui tocchiamo un tasto dolente perché non è facile trovare concerti. La mia musica poi è molto ricca e prevede come minimo un quintetto, ma se dovessi portare gli archi sarebbe ancora più difficile. Comunque, mi sto muovendo e cercherò di organizzare un tour in primavera e estate prossima. Approfitto per comunicare a chi fosse "all'ascolto", e volesse organizzare un live di ''Disillusion'', di contattarmi alla mia mail: perrugginimichele@gmail.com, oppure tramite la Abeat Records: contact@abeatrecords.com. Dalla mia parte posso solo dire che ci metto tutto il cuore possibile''.
Grazie... ''Grazie a te e un abbraccio!''.