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30/11/2023   JACOPO PEROSINO
  ''La capacità di dare nomi alle paure, pur sapendo che spesso non si sconfiggeranno ma si convivrà con esse...''

Estramenia. Una parola dalle radici antiche per raccontare tutto quello che in realtà vive e accade fuori dal proprio habitat naturale. E dunque è una parola dal significato interessante se lo riferiamo a noi… operazione che in qualche modo è centrale nel nuovo disco di Jacopo Perosino. “Estramenia" appunto, disco di liriche declamate, disco di pop, di soluzioni imprevedibili nella forma, tutto pur sempre classico nei modi. La parola diviene il centro, com’è centrale la memoria della storia degli uomini. Tutto da osservare come fossi da un punto esterno a noi stessi…

Un breve Ep per riprendere fiato: ripartire o fermarsi poi? Come a dire: ci sarà uno sviluppo? ''Il terzo lavoro potrebbe essere una sintesi, dopo tesi e antitesi. Se fossimo in campo operistico sarebbe il terzo atto, normalmente quello che preannuncia il finale. Questo Ep invece non è nulla di tutto ciò. Volevo uscire dalla mia zona di comfort per allargarla e capire dove potermi spingere con un altro disco che ho già scritto e del quale ho registrato alcuni provini. Ma sentivo la necessità di divulgare i contenuti di questo Ep per iniziare un dialogo sulle tematiche che sento più urgenti. Lo sviluppo esiste, bisogna solo capire se qualcuno, oltre me, sarà interessato a lavorare per divulgarlo il più possibile. Io ho un pubblico ristretto ma fedelissimo cui tengo gelosamente, ma per arrivare a più gente non bastano le mie forze''.

È un disco che per molti tratti ha un forte potere visionario. Perché non hai pensato ad un video? Oppure è in uscita? ''Abbiamo girato un videoclip di ''Canzone da Muri'' che uscirà a breve. Si tratta di un docu-loop sul potere comunicativo e politico dei messaggi sui muri di Torino, città dove vivo. Poi ci sarebbe un'idea folle per un contenuto multimediale su ''Garofani Rossi'', altra traccia dell'EP, ma al momento per scaramanzia preferisco non anticipare nulla''.

Una copertina direi quasi distopica... assai distante dal suono di piccole cose che c’è nel disco. Non trovi? ''La copertina è una foto di un murales realmente esistente, curiosamente, non molto lontano dalla casa in cui sono cresciuto ad Asti. Mi colpirono le lettere accanto al simbolo anarchico perché, pur non essendo io l'autore, erano le mie iniziali. A volte le suggestioni personali ci fanno appropriare di cose che non sono nostre, capita con libri, canzoni, poesie e foto. E' un disco politico e non volevo nascondermi dietro ad un dito, così ho pensato di farlo dire ai muri, che nell’album sono presenti, già dalla copertina. Non si dovrebbe mai dimenticare ma, particolarmente in questo momento storico, è necessario schierarsi e prendere posizione, ognuno con ciò di cui dispone. Nel mio caso sono le canzoni: la mia voce e la mia penna''.

Andare oltre la propria confort zone che significa per te? ''Ritengo che in ogni campo artistico la ricerca sia la base di tutto. Per esserci ricerca deve esserci una grossa dose di curiosità. La curiosità e la capacità di dare nomi alle paure pur sapendo che spesso non si sconfiggeranno ma si convivrà con esse. La ricerca artistica è la vita di un rabdomante senza certezze e senza requie. Ecco che così non esistono più zone di comfort''.

Ed è sempre un bene? ''Non è quasi mai un bene, anzi fa male. Spesso uscire dal sentiero segnato prende la forma dell'errore e ci uccide, tanto che l'istinto di sopravvivenza ci impone di non farlo. Non siamo importanti noi ma il messaggio che stiamo ricercando. Talvolta ci porta a fondo come la balena con Ahab, talaltra uccidiamo quello che amiamo, per citare Wilde. Forse è un male necessario o forse sono tutte chiacchiere insulse. Non lo sapremo mai: questa incertezza ci fa avvertire il bisogno di cercare l'arte in ogni cosa che ci circonda''.