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31/10/2023   JAPANESEGHOSTARMY
  ''Oggi siamo tutti abituati ad interazioni istantanee, ad avere tutto e subito...''

Davvero una piccola grande rivelazione, che conferma un andamento acido e psichedelico di tante nuove scritture di questa scena indie italiana. Sono i Japaneseghostarmy, ovvero Ciro Rapicano Aiello alla batteria e Domenico Iorio, chitarra e voce. Il tutto dentro una struttura pop rock che si rende sghemba e ricca di dinamici cambi di rotta e forme altre nelle chiuse e nelle soluzioni. Li abbiamo conosciuti dalla rete con il singolo “Battisti” e ora tutto il disco, socialmente utile a suo modo sin dal titolo manifesto e allegorico “Abbey Pazienza”. Una riflessione sul tempo culturale e mediatico di oggi con tante digressioni a contorno. Un disco che troviamo solo in musicassetta, tanto per parlare di quel gusto anni ’70 che regna sovrano in questo nuovo lavoro del duo partenopeo.

Avevamo conosciuto “Battisti” come anteprima del disco e dunque la domanda: se tornasse oggi Battisti? ''Citando noi stessi "non tornerà mai più, e se tornerà non sarà mai uguale". Il messaggio che vogliamo lasciare con questo brano è che quello che è stato è stato, e dobbiamo esserne grati, consapevoli che non succederà mai più allo stesso modo, come Battisti che c'è stato e continueremo a tenere viva la sua musica, consapevoli che oggi lo stesso Battisti non potrebbe esistere, perché di Battisti ce n'è uno solo!''.

E quindi secondo voi che linguaggio oggi funziona per il pop(olo) della musica quotidiana? ''Oggi siamo tutti abituati ad interazioni istantanee, ad avere tutto e subito, quindi sicuramente un messaggio breve ed immediato sarebbe quello giusto per arrivare a tutti, ma non è il nostro obbiettivo, noi siamo consapevoli di fare qualcosa che non può arrivare a tutti proprio perché noi facciamo tutto in base alla nostra visione della musica e per chi è d'accordo con noi sicuramente!''.

La vostra ricerca mi affascina. Mi affascina sempre la libertà nel modo di esprimere i propri concetti. La vostra libertà da dove nasce e che obiettivo ha? ''Come anticipato prima noi ci teniamo tantissimo ad avere la massima libertà d'espressione e dire la nostra come solo noi potremmo. Noi suoniamo per pura passione di farlo e i primi ascoltatori dobbiamo essere noi, ed è sicuramente uno dei messaggi che vogliamo dare, fare la musica che ci piace e non quella che va al momento''.

Disco che nasce per esprimere quei tanti sacrifici che si fanno… dalla vostra? Il più grande sacrificio? ''Di sacrifici ce ne sono stati senz'altro e continuano ad esserci, uno di questi è stata sicuramente l'attesa al completamento del disco, che in corso d'opera ci ha fatto sudare non poco!''.

E ne è valsa la pena? Ovvia domanda a seguire… ''Assolutamente sì, ed è anche il messaggio che vogliamo lasciare, bisogna avere pazienza, che è una cosa che manca in questi ultimi anni dove ci stiamo abituando sempre ad avere tutto e subito''.

Anche voi in Musicassetta. Qui c’è da fare un discorso di moda o un discorso di retaggio culturale? ''La musicassetta è stata sicuramente una scelta stilistica che si addiceva molto al sentore anni ’70 che abbiamo cercato di dare, sicuramente è stata una scelta fuori dal comune e azzardata che ci rappresenta molto!''.