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16/06/2023   GEYSER
  ''Come l'energia spacca la terra pur di uscire, le canzoni prendono forma per liberarci di qualcosa...''

Benvenuti. Il 2023 sancisce il vostro settimo anno d’attività. Come e quando è nata l’idea di formare i Geyser? ''Abbiamo iniziato a suonare insieme verso la fine del 2016. Arrivati al capolinea i nostri progetti precedenti, il desiderio e la necessità di fare musica ci hanno unito e chiuso in una stanza per scrivere nuove canzoni''.

Il nome lo avete scelto perché, come le fuoriuscite violente ed inaspettate del fenomeno eruttivo delle sorgenti d’acqua calda, così è la vostra musica straripante? Vi identificate nella definizione? ''Sì, ci identifichiamo in questa definizione. Cercavamo un nome forte e semplice che non lasciasse spazio ad interpretazioni. È un nome che si porta dietro un proprio immaginario, uguale dappertutto. L’energia che spacca la terra pur di uscire, le canzoni che prendono forma per liberarci di qualcosa. Una rivincita, uno sfogo, una reazione''.

Dopo le 7 canzoni del primo e.p. “Zero”, arrivano oggi le 10 dell’album “Crepe”. Qual è il leitmotiv dell’opera, ed in particolare dei singoli di lancio? ''Abbiamo voluto chiamare il nuovo album “Crepe” perché i brani che lo compongono sono tutti nati da momenti di rottura. Sono delle conseguenze ad azioni, gesti e parole che in qualche modo hanno segnato un punto tra un prima e un dopo. Il leitmotiv dei tre singoli è il reagire, in ''Itaca'' ad un sentimento, in ''A lungo andare'' ad una situazione, in ''Randagi'' ad un certo tipo di ossessione''.

Di certo, affidarsi alla produzione di Pietro Foresti è stato decisamente un salto evolutivo per la band. In cosa sentite che vi ha migliorato come collettivo e come globalità d’insieme? ''Pietro Foresti è stato fondamentale in questo percorso per presenza, fiducia, intuito, consigli. Siamo partiti dallo scambiarci file audio con le canzoni in fase primordiale, chitarra e voce, durante il lockdown, per arrivare agli arrangiamenti e alle registrazioni sempre insieme, da vera squadra''.

La vostra dichiarata indole è: visceralità, attitudine live, energia... ma io aggiungerei anche idee chiare ed immediatezza. Cos’è per voi la musica: comunicazione, condivisione, riscatto, o…? ''Il rock & roll e il suo linguaggio sono per noi uno sfogo importante. Una sorta di messa a terra di emozioni, sentimenti e pensieri, positivi o negativi che siano. Prendi delle cose della tua vita, anche quelle che non racconteresti a nessuno, le porti in una sala prove, accendi gli amplificatori e ad un certo punto ti ritrovi ad urlarle davanti a gente sconosciuta. È catartico e fantastico allo stesso tempo''.

Quali sono le “Crepe” del titolo: quelle dell’anima, dei rapporti, della società? ''Le crepe, in evidenza nell’artwork del disco curato da Luca Font, sono il punto da cui filtra la luce. Ognuno di noi ha le sue, l’obiettivo è che chi ascolti il disco ci si possa ritrovare. In una frase, una nota, un colpo di batteria, basta poco per rimanere aggrappati ad una canzone''.

Vista la spiccata attitudine live, quante date fermentano, per ora, per i prossimi concerti? So che ne avete uno molto interessante: quello del festival della vostra etichetta V-Rec il 21 luglio a Milano con la quale condividerete il palco con le altre band della scuderia di David Bonato, giusto? ''Sarà una bellissima serata e una grande occasione per noi. Entrare nella famiglia Vrec è motivo di grande orgoglio per il ruolo che l’etichetta si è ritagliata con il passare degli anni nell’ambito del rock italiano. Sarà un piacere condividere il palco tra gli altri con gli Elephant Man di Max Zanotti, artista che ascoltiamo e stimiamo da anni. Oltre a questo, ci stiamo preparando per suonare il più possibile nel prossimo autunno/inverno''. (Max Casali)