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20/12/2024
07/06/2022 MARY KEEY
''Sui social è facile perdersi e credere che tutti siano felici e perfetti, tranne me...''
Ciao Mary, grazie per il tuo tempo. Il 10 giugno esce il tuo nuovo disco “Digital Me”. Il titolo direi che fa riferimento ad una tematica molto attuale.
Puoi dirci qualcosa su di te, presentandoti ai nostri lettori, e raccontarci il tuo nuovo disco, dirci di cosa parla? ''Ciao, grazie, mi fa molto piacere. Il mio album "Digital Me" è stato un percorso tra le domande che pongo spesso a me stessa. Domande del tipo "chi sono?” e "chi sono io sui social?". Tante volte mi perdo nel guardare il telefono e quella era per esempio l’idea dietro a "Get it done". Perché sui social sembra sempre tutto perfetto e mi perdevo nel tentativo di essere perfetta in quel senso e alla fine mi bloccavo, non facevo niente poiché mi convincevo di non essere all'altezza''.
Qual è il tuo rapporto col web e con i social media? ''Mi piace connettermi con la gente su i social. Pero è molto facile perdersi e credere che tutti siano felici e perfetti, tranne me.
Ma ha anche dei lati belli. Sono ancora in contatto con della gente dell'ultimo tour in California. Se non fosse per i social sarebbe un po' difficile a causa la distanza e del fuso orario''.
Vieni dalla Svizzera ma vivi in Italia, precisamente a Piacenza, da tanti anni. Da artista, come mai hai scelto una città così piccola, a misura d’uomo, piuttosto che un grande centro come Milano per esempio? ''Vivo in un paese piccolo simile a dove sono cresciuta in Svizzera. Solo che qui c’e tutto. E alla fine non vi vuole molto per arrivare a Milano o ad altre città. Per me l’Italia ha il cielo molto più aperto della Svizzera ed è per me una grande fonte di ispirazione per fare arte ed essere creativa''.
Come descriveresti la tua musica e il tuo stile con 3 parole/aggettivi? ''Edificante, sensibile, interrogatoria''.
Quali sono le tue influenze musicali principali dal passato e dal presente? ''Facevo parte di quell'era in cui andava di moda l'“Emo”. Ascoltavo tutto da Shinedown, Panic at the Disco etc.
Però mi piace anche il pop, tipo Christina Aguilera o Mariah Carey. Alla fine si mischia il pop con il rock. Soprattutto in questo album abbiamo messo un po’ più peso sulle chitarre''.
Hai altre influenze artistiche e creative da altri ambiti al di fuori di quello musicale? ''Sono cresciuta in una famiglia creativa. Dalla musica alla pittura, al fare lavori manuali... ho imparato di tutto. Mi piace anche pitturare. Il mio ultimo hobby è diventato un'app che si chiama procreate, dove si può pitturare con l'apple pencil e l’iPad come se fosse usassimo carta e penna. Ho anche creato una mia collezione di t-shirt che è uscita sul mio sito. Ho creato tutto io''. (www.marykeey.com/fashion)
Recentemente hai fatto un tour negli Stati Uniti, in California. Puoi dirci qualcosa di questa esperienza? Quali sono a tuo avviso le principali differenze - se ce ne sono - tra il pubblico italiano o europeo e quello americano? ''Quando sei in California ti rendi conto perché tanta arte viene da lì. Perché loro fanno e vivono l’arte. Non è venuta bene? Fa niente, si prova di nuovo. Ma è tutto alla luce del sole, non è come per noi europei che studiamo anni prima di far vedere una cosa… Facendo così si cresce insieme. E in più la gente che ascolta la musica non ha paura di farlo vedere. Se qualcosa piace, la gente viene da te per conoscerti, chiedere l’autografo, fare foto insieme, etc.''.
Hai date in programma a breve? ''Questa estate sarò in giro per l'Europa. Ci sono un paio di festival e a luglio abbiamo un tour in Germania. Sono molto felice di presentare il nuovo disco alla gente!''.