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31/05/2022   KANUTEH/ZANOTTI
  ''Credere in sé stessi e tenere saldi i principi con cui siamo stati educati...''

Il nuovo album del duo formato dal griot gambiano Jabel Kanuteh e il polistrumentista romagnolo Marco Zanotti, si intitola ''Are You Strong?'' ed è uscito il 20 Maggio per Brutture Moderne. Il disco è pubblicato in formato card: ''Are You Strong?'', infatti, è un gioco di carte popolare nell'Africa dell'Ovest ed è anche il nome della carta più importante del mazzo: l'asso. Un viaggio sonoro che spazia dalla tradizione mandengue fino alle correnti contemporanee e che indaga la ricerca etica di un futuro migliore.

Benvenuti. Siete al secondo album. Dopo “Freedom of movement” di due anni fa, oggi arriva “Are you strong?”. Ci date qualche dettaglio in più su sonorità e contenuti? ''Il nucleo concettuale e sonoro resta il dialogo spontaneo tra la kora e la batteria, ma mentre nel primo album questo rapporto era inteso in senso stretto (l'unico ospite, quindi l'unico strumento diverso dai nostri due, era in un brano la chitarra preparata di Paolo Angeli) in ''Are you strong?'' abbiamo deciso di condividere la nostra musica con parecchi amici artisti e quindi le sonorità sono decisamente più varie e colorate''.

Quando avete deciso di creare questo sodalizio a due? Come è nata l’idea? ''[Marco] Cominciai a sentire parlare di Jabel appena si stabilì sulla costa adriatica, a Fano, con la sua kora. Un djeli (o griot) del suo calibro non passa inosservato e così andai ad ascoltarlo in un concerto che fece in solo, a Rimini, in quella che poi divenne una sorta di nostra casa comune, cioè Casa Madiba. Allo stesso modo a Jabel parlavano di me e in un paio di occasioni lo ritrovai tra il pubblico ai miei concerti. Passata la frenesia dell'estate (2018) lo invitai da me per conoscerci sul serio, attraverso i nostri rispettivi strumenti. Per qualche giorno ce le suonammo di santa ragione e subito trovammo un feeling incredibile, davvero raro. In quel momento capimmo che si poteva costruire qualcosa insieme e dopo neanche un mese facemmo il nostro primo concerto a Casa Madiba, improvvisando dall'inizio alla fine e fu un successo''.

Negli 8 brani c’è l’impiego della Mbira, ma so che suoni anche il kamalen’goni: due strumenti non propriamente alla conoscenza di tutti. Ce li descrivi e, magari, altre percussioni alle quali sei particolarmente affascinato? ''La mbira è uno strumento incredibile di cui mi sono innamorato una decina di anni fa durante un viaggio in Mozambico e che poi ho studiato (sto studiando) con alcuni maestri in Zimbabwe. E' un lamellofono antichissimo, almeno quanto la kora ed è diffuso in varie forme un po' ovunque in Africa, soprattutto in quella centrale e meridionale. Oltre al repertorio tradizionale mi piace sperimentare le sue possibilità in altri contesti e devo dire che a fianco alla kora il risultato è stupefacente, i due strumenti dialogano che è una meraviglia. E poi sono perfetti per i momenti di relax o di studio durante i tour! Nei brani del disco uso la mbira più che altro come linea di bassi, tranne in ''Chemutengure'' che è un brano tradizionale Shona (Zimbabwe), suonato esclusivamente con mbira, kora e flauto (di Fabio Mina). Il kamalen'goni è un cordofono simile alla kora ma più “semplice” e molto più giovane. Lo ho usato soprattutto nell'album ''Polyphonie'' della Classica Orchestra Afrobeat. Altri strumenti? Potrei scrivere per ore ed ore... diciamo che in questo disco appaiono dei tamburi sabar senegalesi (suonati sia da me che da Jabel), e alcuni strumenti d'accompagnamento come karignan e shekeré''.

Folta la platea dei musicisti presenti nell’opera: ce li presenti? ''Parto dall'appena citato Fabio Mina, col quale ho personalmente un sodalizio che va avanti da tanti anni all'insegna dell'improvvisazione radicale, a lui abbiamo affidato il delicato brano tradizionale di mbira già citato. Con Stefano Pilia e Francesco Guerri, due meravigliosi musicisti della scena avant-garde italiana, abbiamo arrangiato due brani importanti dell'album, il primo una composizione di Jabel intitolata ''Saabu'' (che significa Fortuna, dedicato al nostro incontro) e il secondo un brano tradizionale del Gambia, ''Masaneh Ceesay'', a cui Jabel ha aggiunto un testo molto forte sul tema dell'immigrazione, lui che l'ha vissuta sulla sua pelle. Paolo Andriolo al basso e Kalifa Kone (Mali) ai tamburi tamà ci hanno regalato un paio di comparsate ciascuno, ad esempio nella title-track, dove appaiono anche Gianni Perinelli al sax, Federico Squassabia all'organo e Valeria Nasci ai cori''.

Secondo voi la musica incarna speranza, responsabilità, empatia dialogativa, evasione, oppure? Cosa vi prefiggete con i vostri lavori? ''Speranza ed empatia di sicuro. La musica per noi è, oltre ad un esigenza di espressione, un mezzo di comunicazione per il quale sentiamo l'urgenza e la responsabilità, in quanto artisti e compositori, di prendere pubblicamente una posizione, secondo i valori in cui crediamo. A partire dal titolo dell'album manifestiamo infatti la nostra volontà di essere presenti nel dibattito contemporaneo sui temi che più ci preoccupano, ovvero quelli che concernono il vivere insieme in un mondo più solidale, giusto e sostenibile''.

Nella vita, qual è l’asso opportuno da calare per fronteggiare difficoltà, traversie e crolli morali? La musica riserba ancora la forza di risollevare in un’epoca cosi individualista e rassegnata? Sono previste date live promozionali? ''Non crediamo che esista un asso che vada bene per tutte le circostanze, ma sicuramente ognuno di noi ha parecchi assi da giocare nei momenti difficili. E in questo la musica può essere un valido alleato, proprio in quanto catarsi, specchio o ispirazione. Come diceva Fela Kuti, music is the weapon, no? Si tratta, spesso, di credere in sé stessi e di tenere saldi i principi con cui siamo stati educati. ''Are you strong?'' parla di questo e infatti la risposta alla domanda che facciamo ad ogni concerto al pubblico è “Yes, I'm strong!”. Il 5 giugno partiamo da Cesenatico per un tour di presentazione che toccherà un po' tutta Italia. Le date sono visibili e in aggiornamento sui nostri rispettivi social e sulla nostra pagina Bandcamp (www.kanuteh-zanotti.bandcamp.com), che è anche la piattaforma dalla quale si può acquistare l'album. Ah, oltre al download digitale è disponibile anche il mazzo di carte di “Are you strong?”, ovvero il gioco di carte popolare in Gambia da cui l'idea originaria del titolo dell'album. Buon ascolto e ci vediamo ai concerti!''.

Augurando ottime prospettive, salutiamo Marco Zanotti e Jabel Kanuteh con gli auspicii migliori di pronta affermazione. (Max Casali)