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04/07/2021   MY HARD RESET
  ''Speriamo vivamente di tornare presto sul palco, che manca come l’aria!...''

Ciao, ci raccontate chi siete? Serj: ''Sono una persona in apparenza combattuta, divisa tra razionalità ed estro, ma in realtà ho trovato, con gli anni, il mio perfetto equilibrio. Entrambe le parti di me sono importanti: non rinuncerei ad una di esse. Negli anni della “giovinezza” ho registrato tanti dischi e fatto parte di innumerevoli progetti, in giro per l’Italia. Un giorno mi sono fermato a Firenze, deciso a lasciare la musica appesa a un chiodo. Quello è stato il momento in cui ho conosciuto Luca, il quale ci ha messo poco a farmi riprendere una chitarra in mano. I My Hard Reset, nelle loro molteplici forme, sono presto diventati la mia seconda famiglia. Sono tuttora l’unico strumento per esprimere quella parte di me che ha necessità di raccontarsi al mondo, in parole e musica''.
Luc: ''Musicalmente parlando è difficile parlare di me senza menzionare Sergio, ormai un fratello per me. Approcciarmi anni fa al basso mi ha permesso di entrare in sintonia con lui e con la prima incarnazione degli Hard Reset. Suono il basso e scrivo canzoni sostanzialmente perché, quando lo faccio, il mondo sembra decisamente un posto migliore''.
Caio: ''Caio Nipi (un anagramma del mio cognome) è il mio nome d'arte. Ho fatto parte di alcuni progetti alternative rock di Empoli, la mia città d'origine, registrando un paio di dischi. Ho cominciato ad ascoltare musica grazie a mia mamma, che mi ha fornito una buona educazione di rock classico, che ancora oggi continua ad ispirarmi. Ho cominciato a scimmiottare l'inglese e a cantare sulle liriche di Police e Sting, Queen, Genesis, Lou Reed e David Bowie. Poi nell'adolescenza ho scoperto il punk rock e la batteria e da lì non mi sono più fermato…''.
Serj: ''Insieme siamo i My Hard Reset, reincarnazione di ciò che io e Luca creammo col nome Hard Reset ormai più di 10 anni fa. Scriviamo canzoni alternative rock''.

Come nasce il nuovo singolo, “Broken Tooth”? Serj: ''Avevo promesso una canzone ad una parte di me, un’ode alle cose belle che purtroppo non tornano, un testo dedicato ai ricordi, unici e incancellabili, come un viso meraviglioso con un dente scheggiato. Una imperfezione messa lì apposta per farti notare quella persona, che altrimenti sarebbe solamente bella, come tante altre. Un tratto di gesso rosso su un blu silenzioso. Come sempre faccio quando scrivo una nuova canzone, il 4 aprile 2020, in pieno lockdown, ho scritto un messaggio: “Luc ho scritto questa, mi aiuti a finirla?”. Penso che questa “intima pluralità” sia la cosa meravigliosa dei My Hard Reset''.
Luc: ''Nasce in pieno lockdown, da un pensiero intimo di Sergio in un momento delicato per il mondo intero. Felice di aver contribuito alla stesura del testo di un pezzo che, in fondo, parla al cuore di tutti noi''.

Vorremmo sapere qualcosa di più anche del video... Luc: ''Lascio la parola al nostro esperto di montaggio...''.
Serj: ''Ahahahah, str...zo! In effetti il videoclip nasce sul mio pc in due giorni (inteso 48 ore filate) di ricerca, assemblaggio, taglio, cucito, slowmotion, di innumerevoli spezzoni freeware messi a disposizione da meravigliosi registi che, per farsi promozione, hanno gettato immagini ultraHD in pasto al web. Ovviamente sono citati nei credit. Avevo scritto uno storyboard e ho cercato le immagini per rappresentarlo al meglio, o al meno peggio. Avevamo una gran voglia di far uscire il nostro brano in maniera totalmente autoprodotta, come piccola esca per sondare il temuto mare della discografia, che negli ultimi anni si è trasformato ancor più velocemente. Avevamo bisogno di un video….. Fatto… muciaccia styla...''.

Quali sono i vostri punti di riferimento musicali? Caio: ''Le mie influenze vanno dal rock classico anglosassone (David Bowie, Police, Queen, Genesis...) al punk rock e hardcore che costituisce la mia anima adolescenziale (Bad Religion, Nofx, Pennywise, Lagwagon), al post punk, post rock. Il nu metal e crossover degli anni '90 continua a darmi ispirazione per quanto riguarda lo stile batteristico (Deftones, Incubus, Limp Bizkit, Rage Against The Machine), al metal di varia estrazione ed "età" (Dream Theater, Pantera, Iron Maiden, Breaking Benjamin, Killswitch Engage), per arrivare infine anche alle cose più soft e al cantautorato italiano (Bobo Rondelli, Elisa, Zucchero, Elio e le Storie Tese)''.
Luc: ''Io vado con: il movimento Grunge degli anni '90, il post rock di Explosion in The Sky, Mogwai e This Will Destroy You e, per quanto riguarda l’Italia, l’alt-rock di Zen Circus, Verdena e Ministri''.
Serj: ''Quando avevo 5 anni la Sig.na Marchi, insegnante 60enne del Conservatorio di Milano, veniva a casa per farmi studiare sul Pianoforte a muro Steinway nel salotto dei miei. Io mi nascondevo sotto il letto perché volevo suonare la chitarra blues e rock. Ce l’ho fatta: anni dopo ero 14enne, con una finta Fender a tracolla, a suonare gli U2, i Red Hot, i Guns, Gary Moore, gli Extreme e tanti altri. Non ho mai amato la musica “pesante” e ho sempre gradito la melodia e la ricerca delle liriche, prescindendo dal genere. Oggi nella mia playlist Spotify trovate Counting Crows, Radiohead, Snow Patrol, Sublime, Foo Fighters, Biffy Clyro, Mumford and Sons… e tanti altri. Insomma, sono la “zoccola” del gruppo!''.

Che progetti avete per il prossimo futuro? Serj: ''Ci sono altre 12 canzoni da ascoltare, già pronte. Usciranno presto, ma vorremmo trovare una etichetta che rispecchi la nostra idea di musica alla quale affidare l’uscita. Stiamo valutando alcune opportunità. Un altro migliaio di tracce sono stese sul mio hard disk in attesa di incontrare le mani e le orecchie dell’ottimo Andrea Benassai, che ringrazio di cuore. Continuiamo a scrivere e a produrre, non possiamo farne a meno''.
Luc: ''Insomma, “Broken Tooth” è soltanto l’antipasto: i prossimi due singoli vi pettineranno per benino''.
Caio: ''…E speriamo vivamente di tornare presto sul palco, che manca come l’aria!''.