GIOVANNI BAGLIONI  "Vorrei bastasse"
   (2023 )

Giovanni Baglioni, chitarrista e compositore, è di fatto un figlio d'arte in quanto suo padre Claudio, col quale ha spesso collaborato, non ha bisogno di presentazioni.

E' inoltre un artista originale, virtuoso nel panorama nazionale della chitarra acustica contemporanea di cui rappresenta uno fra i più importanti esponenti. Ha collaborato con svariati artisti a livello nazionale partecipando anche a numerosi festival.

Ora propone questo "Vorrei bastasse", lavoro discografico formato da otto brani strumentali basati sul suono del suo strumento, eccetto la traccia "Emisferi" che lo vede suonare anche il pianoforte in simultanea alla chitarra.

Questo disco segue a distanza di dieci anni il suo cd precedente "Anima meccanica", ed adesso come allora si conferma attraversato da una certa inquietudine espressa magistralmente sulle corde con tecnica sopraffina (tapping, armonici, ritmiche) in brani variegati collocabili nell'area ambient con forti venature world ed influenze folk, orientali e rock.

Il rischio di queste produzioni incentrate sul suono di un unico strumento è quello di "stancare" l'ascoltatore e di non coinvolgerlo pienamente nel messaggio musicale esposto. Certamente può inoltre esistere una sorta di condizionamento a priori sapendo che si tratta del figlio dell'autore di "Poster" o "Questo piccolo grande amore". Ma, invece, tutti i brani sono interessanti... cito in particolare quello d'apertura, "Tea lemon Mummy", per le ottime idee melodiche e ritmiche, ed il n.4 "Roots", dal loop folk/rock e dalla raffinata tecnica.

Ascoltare tutti i brani consecutivamente non è comunque una buona idea... meglio centellinare e scoprire su ciascuno le finezze e le particolari sfumature che si nascondono fra le righe (fra le note...!). Può bastare....(Voto 7). (Roberto Celi)