POIL UEDA  "PoiL Ueda"
   (2023 )

Un disco veramente particolare, questo ''PoiL Ueda'', che si può definire come l'incontro e l'osmosi fra due mondi musicali e culturali solo apparentemente distanti; quello dei canti epici medievali giapponesi e quello della sperimentazione rock "cosmica"...

Da una parte abbiamo Junko Ueda, eminente artista del Sol Levante che interpreta e perpetra canti buddisti ed epici appartenenti alla più radicata tradizione storica nipponica... la sua caratteristica vocalità viene accompagnata dal satsuma-biwa, strumento da lei suonato con un timbro straordinariamente suggestivo somigliante ad un grosso liuto.

Dall'altra parte un gruppo francese, i PoiL, con una formazione priva di sorprese (tastiere, chitarra, basso e batteria), ma molto sorprendente nelle sonorità sperimentali ed elettroniche, che fanno pensare a quanto per loro parlare di limiti armonici, ritmici, melodici e sonori sia un eufemismo...

I brani sono cinque: i primi tre fanno riferimento a paradigmi sonori riferiti al canto buddista, mentre le altre due tracce evocano gesta epiche di eroi in battaglie navali... Su tutte la traccia 4 "Dan No Ura 2", dove il tutto si esprime ad alto livello negli oltre sette minuti di suggestione, furore, quiete, meditazione.... ascoltare per credere...

Il tessuto musicale dei PoiL è fantastico... qui abbiamo riferimenti jazz, elettronici con effetti raffinati, rock, classici (sì, ci sento Stravinskij come pure i Talking Heads e Sakamoto...). Non è propriamente musica rilassante o meditativa, per cui necessita di un ascolto preparato; dopotutto è di nicchia, ma comunque molto interessante. Esperimento riuscito. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)