PAAL NILSSEN-LOVE CIRCUS "Pairs of three"
(2023 )
In Pairs of Three, uscito per la "sua" PNL Records, tutta la verve sperimentale e coraggiosa di Paal Nilssen-Love e della sua nuova band Circus si condensa in sette brani appassionanti e avanguardistici che fanno di quest’opera un debutto intenso e appassionante, una lettera d’amore di Nilssen-Love, norvegese, per il Brasile, la sua musica e il suo folklore lato sensu, tra colori sgargianti e riflessioni profonde. Intorno alla sua batteria, una band scandinava che riesce a far correre la mente e i pensieri di chi ascolta a un caldo, vivo e affollato Sud America.
Paal Nilssen-Love non smette mai di correre. Il debutto discografico della sua nuova band Circus è una nuova porta aperta verso universi inediti, seppure sempre in linea con il suo stile multiforme e vivace, che anche in Pairs of Three emerge ovunque. Servano come prova i brani che aprono il disco, la trionfale e parossistica “Nazare de Mata”, incendiara e polifonica, e la tribale e vorticosa “Bota Fogo”, leggiadra nel suo marciare a tratti lento e a tratti rapidissimo in un tripudio di suoni e di immagini. La travolgente “Breakfast in Columbia”, undici minuti di puro godimento sonoro, immersivi e quasi filologici nella capacità che hanno di saperci catapultare in mezzo alle strade trafficate e alle mense imbandite di Bogotà.
Alle scariche di elettricità fanno da contraltare momenti più lenti, dall’aspetto quasi sacro, come il canto-lamento di “Hummingbird”, che chiude il disco come nota dolente, sorta di epitaffio dell’intero disco, un memento mori che sa essere, però, anche pieno di speranza e di amore, un salto verso il futuro, nel buio leggero che si apre al domani. Dai caratteri quasi liturgici, immersa in una spazialità non definita e vicina quasi alla musica concreta, è la lunghissima “Round About Lapa”, episodio pieno di pathos e di austerità, dove tutto scorre come magma fino a scomparire pian piano lasciando soltanto una voce a sospirare, a ridere, a singhiozzare.
Un elemento di particolare originalità di questa nuova band è la presenza di una cantante, Juliana Venter, all’interno di un percorso, quello di Nilssen-Love, che ha prodotto quasi unicamente musica strumentale. Venter ha uno stile profondamente personale, con echi che rimandando a Elza Soares per energia e intensità, una voce versatile e calda, che sa essere popular e lirica insieme, e con una capacità di interpretare i pezzi davvero notevole. Tutto il gruppo intorno a Paal Nilssen-Love, però, è infuocato: ciascun elemento si cala nella propria parte con precisione e passione e ogni nota suona autentica e studiata nei minimi dettagli.
(Samuele Conficoni)