ANNA AARON  "Gummy"
   (2022 )

Quarto lavoro di Anna Aaron, “Gummy” è un sereno pop elettronico ricercato. Uscito per Hummus Records, è stato realizzato tutto da sé nel proprio studio, ma i beat ritmici li ha passati a Bernard Trontin (The Young Gods), che li ha trasportati sulla batteria acustica. Così abbiamo sia il suono caldo della batteria, e i suoni algidi di arpeggi stellari, come quelli che circondano “What the birds said”.

La voce di Aaron, in certi momenti ricorda un po' quella di Roisin Murphy, come nella trascinante “Licked”. Bassi più ruvidi, accanto a una chitarra funky e a suoni di tastiera, costruiscono “Golden boy”, dove la voce è sempre armonizzata. Il brano è particolarmente coinvolgente, dal punto di vista ritmico. Ma l'attenzione al ritmo si sente un po' ovunque, come in “Pink lights” o “Double life”.

Ho nominato Roisin Murphy, la prima popstar a turbarmi da adolescente; in effetti, questo gusto per la ricerca nel sound, restando contemporaneamente pop e alternativo, si può paragonare a quello dei Moloko di “Things to make and do” del 2000, sì senza le pazzie vocali della cantante, e le scelte dei suoni acidi e “creepy”, in favore di suoni più distesi ed avvolgenti, come i pad di “Sleeper”.

Spicca “Birthday”, traccia più lunga nell'album, per la seconda parte che si trasforma in una dance, con gli arpeggi che viaggiano in stereo nelle cuffie, con la voce di Anna che concede tenui vocalizzi. Un brano colorato, pur restando armonicamente fermo. Il disco si chiude con la titletrack, “Gummy”, che sinceramente è una musica perfetta per la suoneria di uno smartphone, ma più per la sveglia, che per le chiamate. Ci si sveglierebbe di buonumore, con questa musica gommosa!

La positività di questo disco è accompagnata da testi che descrivono la fase finale del trauma da cuore spezzato, quando si torna a vivere. C'è una leggerezza diffusa: questa felicità non è euforia, che a livello di stress e di resa musicale, corrisponderebbe alla disperazione. Si tratta di serenità, senza la retorica pallosa del “cado ma ora mi rialzo”. Semplicemente sei già in piedi, e fischietti. (Gilberto Ongaro)