PEPP1  "E' polpa mia"
   (2022 )

Penso che un disco cosi poteva uscire solo per la Hukapan Records, ossia la label di Elio e le Storie Tese: ma non perché sono gli unici che potevano pubblicarlo ma, semmai, perché tutto collima e va di pari passo con la filosofia del divertissment che ha sempre caratterizzato la celebre band. E quindi non è difficile intuire che, appena gli è arrivata la proposta di Pepp1 (Giuseppe La Grutta), non se la sono lasciata sfuggire.

D’altra parte, di ingredienti stralunati ce ne sono a bizzeffe per dilettarsi fino all’indigesti1 (dicasi: indigestiuàn), ed inoltre, il Nostro sbandiera il vessillo del “creepy rock” per definire il suo universo concettuale. Per avere un’idea, prendete il demenzial-rock di Skiantos e Squallor, potenziatela con ironia provocatoria ed irridente, ed il risultato sono i 13 brani di “E’ polpa mia”.

Racconti che parlano di vita svagata, sospesa tra aneliti, manie, ossessioni, e bailamme ideativo. Non un ciarpame di note affastellate nel caos, bensì una cronologia di idee chiare e geniali, attraverso l’uso di allusioni, illazioni, paragoni e quant’altro di “rivoluzionario” espressionismo si possa contemplare.

Tanto per gradire, “Frankie boy” viaggia in un lunatico pop-funky di ottima fattura, parimenti a “Latte fai da te” con indizi filo-prog, mentre lambisce stilismi punk l’energica “Cos’è successo (dentro al cesso)”, che si contrappone alla tranquilla madness di “Nathalie”. Si rialza la ritmia con “Concimami”, in un mèlange assemblativo gagliardo e fortemente catchy, e diletto cristallino si ode nell’imprevedibile “Bau Cagnol1” (dicasi: cagnoluàn) e nella zig-zagante “Animale d’Amore”, guarnita con evocative tastierine sixties, mentre sfoga variegato eclettismo la godibile “Frangette” e lo stravagante mezzo minuto di “Conclusi1: Donnie Kola strikes again”, emblema della lucida follia di Pepp1 (dicasi: Peppuàn) per continuare l’incursione nel “creepiness”.

D’altronde, Giuseppe si era già forgiato nella fase adolescenziale con il Duo Surreale, arrivando ad incidere “Schizzi d’autore” e, sin da giovane, intuì presto che solo in modalità “rivoluzione” avrebbe dato un senso alla sua dimensione artistica. Tuttavia, come dargli torto? Sapete quanto stimiamo personaggi che fan di tutto pur di non apparire schematizzati ed omologati nelle vacue ed inconsistenti masse del POP-olare. Quindi, promozi1 (dicasi: promoziuàn) a pieni voti! (Max Casali)