MARC BARON & JEAN-PHILIPPE GROSS "Black, pink and yellow noises"
(2022 )
Sinestesia portami via! I due artisti elettroacustici Marc Baron e Jean-Philippe Gross si incontrano, e danno vita a “Black, pink and yellow noises”, uscito per Eich Records. Un'esperienza di 20 brevissime tracce, suddivise in tre colori: 6 suoni neri, 8 suoni rosa, 6 suoni gialli. Questa è musica concreta, ottenuta cioè dalla manipolazione di nastri, oggetti e tutto quanto abbia una superficie materica di interesse acustico. Niente note o accordi, tutta l'attenzione è sul timbro, il suono di per sé.
Le prime 6 tracce, nominate “B1”, “B2”, eccetera, creano un ambiente dove sembra di navigare nel carbone. Si percepisce anche la ruvidità dei suoni: oltre che immaginare il colore nero, sembra di coinvolgere anche il tatto! “B3” cambia idea: è un loop dance degradato. “B5” è la più coinvolgente: si sente un vociare festante di bambini e genitori, e sembra di stare appena fuori da una discoteca. Poi, un tintinnio di chiavi e il rimbombo di scale di condominio, con tanto di fiatone, ci fanno ascoltare il ritorno a casa. Termina la fase nera “B6”, con un suono da lounge bar, alternato a una voce pitchata verso il basso (ingrossata), col rumore del vinile amplificato.
Dopo i rumori notturni, entriamo nella zona rosa: “P1” sembra partire effettivamente da una registrazione ambientale all'alba, con tanto di traffico in lontananza. Ben presto però, sentiamo un vero e proprio “suono rosa”, che sarebbe quel bip che sentivamo, quando in tv appariva il vecchio monoscopio. Ma poi ci rendiamo conto, che questo bip è ottenuto percuotendo un vero oggetto di ferro, e dilatandone le risonanze. Forse questa definizione di “rosa” è del tutto arbitraria, ma arrivando a “P8” possiamo definirla un'esperienza parecchio psichedelica: forse per questo è pink...
Ora tocca ai suoni gialli. Beh, penso, se i neri erano notturni, e i rosa albeggianti, ora ci sarà un sole sereno, no? E invece, con “Y1” siamo assaliti da un loop di... un ronzio di insetti? Il caos giallo diventa caos... calmo in “Y3”: il suono del segnale radio che non riceve nulla, fffff, quel fruscio quasi rilassante. Ma da “Y4” ricominciano gli spari, soprattutto in “Y5”. Come “B5”, anche il finale di “Y6” è ambientale: si avvia il motore di un'auto, di nuovo battiti e vociare di bambini, ma ci sono anche echi che sembrano quelli dei treni appena passati, più altri frammenti di musiche. In un minuto e 32 secondi succedono un sacco di cose!
Risvolti psicologici nei rapporti tra musicista ed ascoltatore: in questo caso sarebbero molto interessanti da analizzare! (Gilberto Ongaro)