ARENDIA  "A radial to the sea"
   (2022 )

“A Radial to the Sea” è un album partorito tra molte difficoltà, tra cui ovviamente la pandemia. Dopo un EP nel 2016, gli Arendia arrivano all'LP, che è autoprodotto e autopubblicato. Siamo nell'ambito dell'heavy metal, con influenze thrash e black. Il brano d'apertura sembra trarre in inganno, iniziando abbastanza catchy, con un riff di chitarra facilmente memorizzabile, e la voce energica ma pulita. Ma arrivando a metà pezzo, il ritmo cambia, e la voce parte con lo scream, e gli Arendia svelano le proprie carte.

“The Nemean Lion” invece, senza trucchi, è puro black metal, serrato e con piglio drammatico. Stranamente, nella titletrack, c'è una serie di accordi che rende il brano “felice e contento”, seppur urlando e distorcendo. Una cosa strana. Questi sentimenti contrastanti continuano in “Novichok” e “The Cauldron”. Ma “Nine Herbs Charm” propone una variazione nell'introduzione: sembra una ballata, con la chitarra pulita; ben presto si accenderà. La canzone ha più fasi, c'è un momento meno battuto, con solo chitarra e voce, ma non si calma mai la scelta dell'oscurità. Il tema della chitarra vira verso l'epico, con una chiusura su una nota che lo rende barocco; non come offesa (oggi si usa “barocco” come dispregiativo e io non capisco perché), bensì come richiamo alla radice inglese della band. Pezzo molto interessante.

Volendo fare proprio i pignoli, c'è qualcosa di strano nella batteria, delle imprecisioni di tocco sui piatti. A volte suona “indietro”, a volte “avanti”. Ma la costruzione delle canzoni si fa via via più creativa, con lo scorrere dei brani. “The book of lambspring” ha un appeal narrativo, nell'alternare fasi cantate a strumentali, è molto coinvolgente. Cambi di tempo e di intenzione lasciano sorpresi tutto il tempo, forse è il pezzo migliore, accanto a “Nine Herbs Charm”. Dopo la devastazione di “Island of ghosts”, la finale “Drybones Wood” ci porta in una chiusa estremamente dark, che fa sprofondare definitivamente, in una disperazione che è catartica, purificatrice. Vien voglia di tuffarsi nel falò!

Sorvolando sulle indubbie difficoltà di registrazione, la proposta è davvero forte, anche per chi non è fedelmente metalhead. (Gilberto Ongaro)