FAUST DEGADA SAF  "SaySay"
   (2022 )

Quando s’incrociano artisti che, per svariati anni, han portato ventate d’innovazione, ogni nuovo titolo viene accolto con grande curiosità, suscitando il probabile doppio aspetto critico, tra capolavoro e mediocrità.

Obiettivamente parlando, il nuovo di Faust Degada Saf “SaySay” sta nel mezzo, con un piede più tendente al Top. Parliamo di un solcatore di sperimentazioni italiane che, sin da quando fondò la band nel 1983, rilasciando un memorabile album come “No Inzro”, lasciò stupefatti sia critica che pubblico.

Il suo è un percorso assolutamente trasversale nel panorama musicale, che nel tempo ha mutato la forma, da band a solista, ma non la sostanza qualitativa dei suoi progetti. Oggi, i riflettori si riaccendono sui 9 brani che compongono “SaySay”, pubblicato dall’etichetta veneta G.T. Music: un disco che riprende, sostanzialmente, quel discorso di synth-music intrapreso sin dagli esordi ma che incarna, indubbiamente, una tendenza futuristica non di poco conto.

Tracciando una linea filo-orientale, l’avventura ha inizio con il fitto ricamo wave di “The day has begun”, mentre “Sanni” viaggia su binari cosmic-ambient con inserti spiritici, per poi passare la mano all’energia eterea di “Strobe”, che rivela aspetti interessanti tra Depeche Mode e Devo.

Quella di Mr. Crocetta (suo vero cognome) non è la solita elettronica gestita con pistoni estranianti, ma la srotola con propositi mirabolanti e fantasiosi come l’algida liquidità di “Dip Answer”, l’ipnotica e ombrosa “Kucs”, o con l’incorporeo shakeraggio mantrico di “Wansg Epen”. Per la chiusura, Fausto conserva la sua coerenza sperimentatrice, sfoggiando un grande episodio ambient-dream.

Se avete ancora un po' d’appetito, c’è servito (in appendice) il remix di “Bellosguardo”, captata già nel 2020 in “Foresto”. A tirar le somme, “SaySay” resta un disco ineccepibile, solcato da un aratore d’elettronica che conserva, dopo oltre trentanni d’attività, quell’immutato entusiasmo per la ricerca, mettendo a frutto il suo ricco background con la voglia mai doma di stupire ancora. (Max Casali)