ANGELINA YERSHOVA & YNAKTERA "Time for change"
(2022 )
Avevamo incontrato la musica di Angelina Yershova due anni fa, con il disco “Piano mirage”, dalla forte emozionalità, un disco commovente. Stavolta, assieme al musicista elettronico Ynaktera, la pianista kazaka ritorna con “Time for change”, per la Twin Paradox Records. L'incontro tra il pianoforte e le sonorità sintetiche è molto proficuo per entrambi: ognuno esplora il territorio dell'altro, arricchendo la propria espressività. Il tema di sfondo è quello del cambiamento climatico, delle preoccupazioni per l'ambiente. Se ne deduce, che la forma musicale più pertinente sia quella dell'ambient. Come si sente in “Global ocean warming”, un vasto panorama di suoni acquosi, o l'eterea “Walking on water”, con tappeti di voci ariose.
Ma il brano che apre il disco, “Awakened Goddess”, è qualcosa di più di un puro ambientalismo. C'è una texture elettronica fitta fitta, intervallata da rumori bianchi ed altri scoppi improvvisi e brevi, in aperto dialogo con il pianoforte, a volte dissonante a volte consonante, ma sempre agitato, e in certi punti tendente a un approccio jazz, che ricorda quello di Stefano Bollani. “Shamanic morse code” aggiunge, alle pareti musicali una voce gutturale, e un battito acceleratissimo, che sembra essere quello del codice morse. “One planet”, il cui titolo ricorda che “non c'è pianeta B”, ha spazio per tanta acqua, ed un pianoforte col quale Yershova realizza trilli ed arpeggi cristallini, che sembrano completamente freddi, ma luminosi. L'approccio con cui esegue questi passaggi, sembra quello del pc, effetto voluto nello scambio di territori tra lei e Ynaktera.
“Everything is connected”, titolo significativo, connette un'altra texture elettronica con un pianoforte a tratti minaccioso, a tratti drammatico. I due artisti si sono ritagliati uno spazio in autonomia: in “Perpetual spin” c'è solo Ynaktera, così come Yershova è da sola in “Walking on water”). Nel brano di Ynaktera c'è sperimentazione con i rumori e gli acufeni. Un flash discendente (che potrebbe aprire qualunque tamarrata dance), avvia invece “Clusterlight”, dove Angelina utilizza accordi complessi in funzione di pattern ritmici, che unendosi alle sonorità di Ynaktera, creano un timbro molto particolare, e ricordano certe atmosfere di Fabio Liberatori, nel suo album dedicato a Isaac Asimov.
Infine, “For miracle” indugia sulle rifrazioni di certi suoni morbidi ed avvolgenti, è il brano più zimmeriano dell'album, e che meglio ricorda quell'approccio emotivo di Yershova di due anni fa. Ma resta convincente, anche in questa versione tecnologica. (Gilberto Ongaro)