CASSANDRA RAFFAELE  "Camera Oslo"
   (2022 )

Siciliana, figlia d'arte (in quanto proveniente da una famiglia di musicisti), con trascorsi X factoriani (non è una colpa...), con due precedenti album all'attivo e pure nel suo carnet il premio Musicultura 2013 oltre a candidature e segnalazioni in altre importanti manifestazioni; una laurea in tecniche neurofisiopatologiche.

Si tratta di Cassandra Raffaele, valente cantautrice, che propone il suo terzo prodotto discografico a distanza di sette anni da "Chagall" del 2015. Sono dieci i brani contenuti in "Camera Oslo", immaginifica ambientazione in cui la protagonista si perde avvolta in una straniante dimensione spazio-temporale, e nella narrazione musicale del disco affronta in ogni brano sensazioni, sfide, sogni e ricordi utili a ristabilire la via del ritorno.

Un qualcosa di simile ad un concept album se vogliamo... tuttavia un poco fragile a mio parere... ad un bowiano come me ha comunque il merito di far sovvenire il mood di ''Sound and Vision'': "blue, blue, electric blue that’s the colour of my room where I will live blue, blue".

La voce di Cassandra (anche raffinata chitarrista) è gradevole e ben modulata in tutti gli episodi. Il disco peraltro è ben prodotto e ben suonato, con pregevoli sonorità di piano e chitarre a volte con arpeggi country (sarà perché é stato masterizzato a Nashville?); il sound e le atmosfere sono comunque collocabili nell'ambito di un soft-rock con suggestivi innesti di archi e tastiere. Segnalo il brano n°6 "Antidoto", per me il migliore, anche per il testo più pregnante rispetto agli altri ed il bel video dove Cassandra balla.

Qui però la questione è che l'incipit vocale è tremendamente simile alla vocalità di Carmen Consoli, così come nell'altro notevole brano "Il mio gigante" (n°9) con quelle caratteristiche "pennate" di chitarra. In altri momenti la voce della nostra autrice mi ricorda quella di Malika Ayane.

E' un buon disco che, però, al termine dell'ascolto fa nascere una domanda spontanea... "e quindiii...??!". Voto 6+. (Roberto Celi)