RICCARDO SELCI "La mia origine"
(2022 )
Umiltà: se la conosci la eviti (la presunzione). Eh, già... cos'altro pensereste se non all'umiltà di un artista che ha già in arsenale molte canzoni ma preferisce saggiare il terreno proponendone, intanto, appena quattro?
Direi una scelta equilibrata e per nulla egocentrica, nella quale il pesarese Riccardo Selci entra in punta di piedi col primo e.p. "La mia origine": urgente inno espressivo che ingloba la pulsione di raccontarsi in chiave intima, lontano da clichè chiassosi ed opulenti, con l'obiettivo di ri-destare sapori cantautorali che tanto han dato alla gloriosa tradizione dei storici story-tellers nostrani.
Il pokerino viene scoperto sul tavolo con l'iniziale "Saperti felice", che sfoggia, al contempo, dolcezza e decisionismo narrativo in salsa amarcord, mentre la traccia del titolo è una godibile folk-ballad con risvolti zum-pa-pa ed appetibile per l'orecchio.
Avvalendosi dell'essenzialità della 6 corde e poco altro, il protagonista sfodera l'intensa "Un anno", curando garbo ed eleganza con indubbia nonchalance. In ultimo, chi sono i "Giganti"? Son quelli che (quasi) tutti noi abbiamo ammirato nell'infanzia e nella crescita: personaggi come gli amici di papà che vedevamo, magari, un po' guasconi ma che alla lunga abbiamo stimato alla grande e ci hanno insegnato molto, ed anche quest'episodio viene emanato al minimo edittale (piano e chitarra) in zona Luca Barbarossa.
Anche ipotizzando (per assurdo!) che questo e.p. non riscontri il consenso sperato, l'invito che rivolgiamo a Riccardo è quello di non curarsi di ciò che sarà (nel bene o nel male) poiché la tendenza popolare è quella, un po' superficiale, ma c'è anche una bella fetta di intenditori che si cibano di delicatessen squisite come "La mia origine", in quanto non solo in questo prodotto si avverte un buon ritorno al vintage stilistico citato in premessa ma, in aggiunta, non passa mai di moda e non si fatica a condividere dettagli con l'umiltà e la premura elargita da un artista sulla cui sincerità possiamo scommetterci casa. Vi pare poco? (Max Casali)