ANDREA CICCIO SOLIERI  "Quando la luna venne fuori dal pozzo"
   (2022 )

Questo che ho tra le mani, non è il disco dell'ennesimo musicista-autore che debutta come solista col primo album, ma è qualcosa che si distacca molto dalle classiche dinamiche di mercato (reperibile solo nel formato chiavetta USB), senza obiettivi di vendita ma semplicemente concepito come un atto d'amore per sé stesso e per gli amici, come fosse un vero e proprio testamento.

Sia chiaro, non è che l'artista carpigiano Andrea "Ciccio" Solieri sia cosi avanti con l'età, ma ha voluto, con i 14 brani di "Quando la luna venne fuori dal pozzo", riassumere gli ultimi 10 anni di carriera per immortalarne la testimonianza verace, onesta e sincera, e chiamando a raccolta chi lo ha accompagnato nella storia di 40 stagioni.

Un parterre di raffinati ospiti che, nella maggior parte dei brani, duetta col Nostro in maniera impeccabile, elegante, garbata, come evidenzia la singer Betta Sacchetti nella coppia "M'incontrerò" e "Welcome my Jesus", benché abbiano un'identità distinta: la prima con un effluvio molto delicato, la seconda in coralità gospel-soul-rock.

Ancora ugola rosa nella narrazione malinconica di "Il bosco" affidata a Greta Bortolotti, con bella orchestrazione di fondo, mentre Andrea duetta con Francesca Velotti nella stilosa "Un amore", in bilico tra blues e swing. Eh, sì... il caro swing se lo cuce addosso con godibile spensieraezza nella splendida "Deja vu", oppure porgendolo in pasto a Stefano Cattini per farlo viaggiare in... "Limousine".

Altro giro, altro duetto: per "Arrivederci genio" incrocia la sua voce con quella di Odoardo Semellini per delineare un magnifico omaggio a Jannacci, rispettando quel pizzico d'ironia istrionica che il compianto Enzo non si faceva mai mancare: un tributo affettuoso e rimarchevole.

Di certo, con una schiera di amici cosi, l'album non presenta incertezze, in quanto si respira la forte intesa che Andrea ha fortificato con loro negli anni, come con l'affidabile Trammo (Francesco Tramontano) che lo affianca nella garbata "Il mago Frizio".

Poteva mancare il compagno di baracca e sane "bicchierate" come Fusto (Fausto Dalla Valentina) con il quale han deliziato e divertito decine di palchetti in acustico? No di certo, e fan di tutto per ricreare quel mood disincantato nella divertente "Ci vuole spirito" (da leggere col doppio senso...).

Ma, in realtà, qual è il compito del cantautore? Se lo chiede nell'ironica "Pucci", mentre "Nella scatola dei vecchi amori" troviamo la voce di Simone Ghelfi che tratteggia solchi vellutati in dolce riflessione. Ciccio ritorna in cattedra con "Di nebbia in canzone", non per insegnare qualcosa ma, semplicemente, per raccontare un quadretto affettuoso verso la sua terra natia: colma di nebbia sì, ma anche di ispirazione e poesia.

Insomma, in ogni atto dell'opera c'è tanto cuore spontaneo e profondamente riflessivo, come nell 'emblematica "L'Ombra del Santo" che completa il lotto dei brani di un "Quando la luna venne fuori dal pozzo": album garbato, nostalgico, divertente, ironico, speziato di classe ed eleganza testuale. Magari, non un capolavoro, ma poco ci manca. (Max Casali)