BLUDEEPA  "Tat tvam asi"
   (2022 )

Non capita spesso, soprattutto in campo musicale, di avere una sorpresa positiva che supera le aspettative... beh... devo dire che, dopo l'ascolto del disco dei Bludeepa, è questo il caso. Sono musicisti di gran livello che, dopo un notevole percorso ed alcuni cambi di formazione (sono presenti sulla scena da oltre venti anni!), hanno trovato una "magica" alchimia di suoni e generi anche grazie alla collaborazione e supervisione artistica di Saro Cosentino che ha curato il missaggio ed il mastering di questo "Tat Tvam Asi".

La caratteristica saliente che emerge all'ascolto è un mirabile e raffinato amalgama fra elettronica e strumenti acustici (piano e chitarre su tutti ma anche tromba e violoncello oltre a batteria). I testi trattano di amore esperienziale e sono cantati in inglese con ottima pronuncia e dizione. Il genere si potrebbe annoverare in un prog-rock ma con diverse sfaccettature, con effetti e volumi calibrati; stop and go suggestivi, arrangiamenti e chitarre trattate mai invadenti. Il risultato è un sound variegato e molto curato al livello di produzioni internazionali blasonate (o ritenute tali...).

In effetti l'opera di Saro Cosentino si avverte, d'altra parte per chi non avesse presente il suo nome (male...!) teniamo presente che ha collaborato intensamente con Battiato e, fra gli altri, con Peter Gabriel e Tony Levin, tanto per citare alcuni nomi di spicco... Fra le undici tracce cito subito la 11 "Haiku" (ho iniziato l'ascolto da qui...), una vera chicca che gioca sul dialogo ritmico fra piano acustico e batteria prog-jazz con ottime voci e cori, il tutto immerso in sapienti effetti elettronici campionati. "This is how love falls on us" (n°10) mi ricorda le atmosfere suggestive alla ''Carpet Crowlers'' dei Genesis con la voce di Peter Gabriel... Fantastica elettronica su ritmi dispari nella traccia 6 "The billowing song" (brano ballabile alla Subsonica con un pizzico di New Order).

Il brano 5 è quello che mi convince di più... "Heaven arms with love"... trattasi di vera perla, a mio parere, che racchiude tutte le caratteristiche del sound dei Bludeepa... non ci crederete ma in quelle virate di tonalità mi arrivano gli Suede... In "Broken", traccia n°4, prevale un ottimo mix con metriche e ritmiche ben quadrate (riferimento Interpol). Un altro ottimo brano (n°3) è quel "Spiritual summer" con ritmiche dispari, piano acustico dopo stop e cambi di atmosfere con stacchi suggestivi, un inserto prog elettronico ottimo... (i NIN di Trent Reznor aleggiano...). Per finire segnalo il brano 1 "Iron and Lesh" dove mi arriva un Bowie anni '80.

Ottimo disco di pregevole fattura in tutte le sue componenti; forse si potrebbe dire che non arriva in modo chiaro la cifra musicale originale dei Bludeepa... ma in effetti la loro originalità è proporre in modo assolutamente ineccepibile buona musica, mai sopra le righe, dove comunque si percepiscono i riferimenti di background. Bello sarebbe vederli suonare dal vivo... Voto 8-. (Roberto Celi)