EUGENIA MARTINO  "L'alieno, il califfo e la bambina"
   (2022 )

Musicalmente parlando, questo progetto mi ha spiazzato. Molto divertente ma anche molto innervosente, tra il serio e la presa per il sedere.

Prendiamo il primo pezzo dell’album: ''L’alieno'', un testo anche simpatico, ma innervosente tanto da arrivare a pensare: sarà tutto un album così? Per fortuna non lo è anzi, basta passare a ''Credi'' e l’immagine del disco cambia completamente, sembra di ascoltare una canzone di Fabrizio Moro cantata da una morbida voce femminile.

Con ''E allora'' si cambia ancora: il testo scende un filo di un livello, ma si entra in un altro mondo musicale, particolare l’arrangiamento al minuto 2.11, interessante e coinvolgente.

''L’africano di Berlino'' è un brano di denuncia, in prima persona il re della foresta ci racconta il suo viaggio verso lo zoo, e di come, da fiero e libero felino nella savana, si trasforma in un fantoccio di sé stesso, sempre fiero, ma un pupazzo inerme.

Si passa poi ad una filastrocca intitolata ''Niente tra di noi'', ben arrangiata, con le campane che ci lasciano il sorriso sulle labbra, brano che fa da ponte verso ''Califfo & Rio de Janeiro'', un pezzo che ti prende e ti trascina al largo, inizia giocoso per poi passare al dramma, potente e corale.

''Viaggioveleno'' trasmette serenità, pur raccontando di un viaggio che, certo, una vacanza non è. Lo stile scanzonato e la voce leggera riesce a toccare con particolare delicatezza argomenti non sempre leggeri.

Il disco prosegue con ''Sotto la luna'', arioso e spensierato, fischiettante. Altra favola raccontata in ''La canzone di Ernesto'': favola non è, ma la confezione, il pacchetto del brano è così scanzonato che si sorride sulla storia di un povero diavolo in ospedale.

La produzione artistica del disco è di Massimo Satta, e il produttore esecutivo è un certo Mogol, e in ''Madagascar'' credo questo si senta: immaginate di togliere la voce di Eugenia e di ascoltare solo la musica... beh, ditemelo voi…

Chiudiamo con ''Metrica isterica'', che degnamente chiude il disco e che ci spiega chi è Eugenia Martino, da dove arriva la sua metrica strana e anche un poco il suo viaggio creativo. Chi sarà il suo maestro?

Ecco, quando ho ricevuto questo disco ho scritto agli amici di Music Map per dire che non sapevo cosa scrivere, che non mi piaceva, che i soldi di Mogol potevano essere spesi in altro modo, che nel 2022 un disco così non vende una copia Ma poi mi son detto no, proviamoci, lasciamoci trasportare dalle note e dalla piacevole voce di Eugenia. Così è stato, e devo dire che (saltando la prima traccia) il disco scorre via che è un piacere, e che in macchina vi porta là dove nessun uomo è mai giunto prima. (Marco Camozzi)