KRAFTWERK  "Autobahn"
   (1974 )

Tesoro, ti prego, lascia stare quel vinile. Lo so, sembra un fumetto, con questa copertina stralunata, di una autostrada soleggiata, roba da farti venir voglia di comprare il Telepass.

E non cercare di leggere il nome del gruppo: no, non si chiamano krafen, ma Kraftwerk. E abbi un po’ di rispetto, cribbio.

Erano due amiconi, Ralf & Florian, che dopo vari passaggi in quella che venne definita “musica cosmica”, inseriti alcuni musicisti a loro assoggettati, decisero di passare direttamente all’uso e abuso del vocoder, e dell’elettronica. Oh, guarda l’anno di uscita: capirai che non stiamo esattamente parlando di roba recente.

E, dopo quei vecchi tentativi, curiosi ma mediamente ostici, decisero di dare un briciolo di testi alle loro sinfonie. Il mondo impazzì: il simil robot che sussurrava “Au-to-bahn!” divenne simbolo della musica elettronica nel globo, tanto che ancora adesso, quando si sente del sound robotico, ci si aspetta qualcuno urlare eins-zwei.

Certo, la versione originale nell’album dura 22 minuti, un po’ troppi per le radio. Ne sintetizzarono (mai termine fu più adatto, in questo caso) un 45 giri, che sbancò anche in America. Che poi va detto che quei sempliciotti d’oltreoceano confusero il “Wir fahr'n auf der Autobahn...” con un simile “fun fun fun on the autobahn”, nemmeno fosse un singolo dei Beach Boys.

Ma qui non si andava sul surf: si guidava, tanto che alla presentazione del disco Ralf & Florian dissero ai giornalisti “montate in macchina”, perché solo da un’autoradio, a parer loro, si poteva apprezzare al massimo la novità del suono.

Il resto dell’album era di certo meno masticabile, con “Kometenmelodie” e roba simile, tanto che forse tanta gente mai girò da lato A a lato B. Però la strada era stata tracciata, e il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Fahr’n, fahr’n, fahr’n… (Enrico Faggiano)