FLO  "Brave ragazze"
   (2022 )

''Ho sempre voluto cantare, ho sempre saputo che avrei fatto questo, ma quando ho firmato il mio primo contratto per ''Scugnizzi'', lì ho capito che poteva anche diventare un lavoro''.

''''Brave Ragazze'' è il mio primo disco da interprete''.

In queste due dichiarazioni dell'autrice, estrapolate da una recente intervista, ritengo si possa individuare l'essenza di questa straordinaria artista partenopea, capace di essere cantautrice, attrice di teatro, entertainer ed interprete. La sua determinazione artistica ne definisce un valore indiscutibile grazie ad una vocalità viscerale ma mai eccessiva; una scrittura originale e suadente.

D'altra parte basterebbe considerare la sua precedente e consolidata attività discografica, capace di sfornare a cadenza costante lavori talvolta autoprodotti e di un notevole spessore musicale. Nel 2018 esce il suo terzo disco "La Mentirosa", che la consacra tra le più raffinate cantautrici della cosiddetta World music d’autore.

In questo caso si mostra invece in veste di interprete: “Brave Ragazze” è infatti un lavoro di ricerca, traduzione e reinterpretazione di canzoni, firmate dalle più coraggiose cantautrici del mondo latino e mediterraneo.

Noto la presenza di due musicisti di grandissima levatura: Paolo Angeli e Peppe Servillo, e la mia attenzione viene anche attirata dalla traccia n.8 ''Me voi pe' te'' di Gabriella Ferri (!). La ascolto per prima pur non essendo una canzone di tradizione napoletana o prettamente mediterranea, e stento a distinguere la vocalità attuale da quella dell'originale!

Flo è una interprete veramente straordinaria e lo conferma in tutte le altre tracce, cantate in italiano e non: la sua voce spicca e si alza con una potente cifra evocativa, non necessita di strumentazioni elaborate ma essenziali e raffinate (chitarre e percussioni entrambe magistralmente suonate). La traccia n.2 ''Furtunata'', la n.1 ''Boccamara'' con Peppe Servillo, la n.5 ''Maldigo del alto cielo'' si ergono su tutte.

Artista convincente. (Voto 8). (Roberto Celi)