THE GREASE TRAPS  "Solid ground"
   (2022 )

Come il titolo del primo album dei Grease Traps lascia intendere, ci troviamo di fronte a un prodotto solido e di sicuro interesse.

La brillantina dei Grease Traps non è quella delle ''Summer Nights'' di Olivia e John, ma quella psichedelica alla James Brown dei bei tempi, ascoltate bene ''Bird of Paradise''. Suoni e arrangiamenti ci portano nel funk psichedelico degli anni '60 suonati come si deve.

La voce squillante, il basso rotante, l’hammond sempre presente e i lucidi fiati fanno di ogni traccia un piacere sonoro, che induce a pensare di trovarsi veramente in California negli anni '60. La band ha registrato il disco tra San Francisco ed Oakland, posti nei quali l’ispirazione non manca: se vi è capitato di andare in auto da Oakland a San Francisco non potete che concordare con me: quando, appena fuori città, gli occhi vengono innondati dalla luce della baia sul Bay Bridge, tale è l’energia del posto che tutto quello che avete in mente pare facilmente raggiungibile.

E un traguardo i Grease Traps lo hanno raggiunto, un progetto concretizzato: quello di portare nel 2022 suoni che la maggior parte di noi non sente da tempo. Tarantino potrebbe farne la colonna sonora di ''Jackie Brown 2''.

L’ascolto del disco parte con l’impegnata ''Roots'' per portarci, come detto, alle sonorità di James Brown in ''Bird of Paradise'', al ritmo incalzante di ''Get in the groove'', al quale è impossibile resistere e ci si deve per forza alzare a ballare.

Forse alcune tracce sono un poco troppo lunghe, ''Hangry Love'' per esempio, ma non si arriva mai a pensare: “ma quando dura questo pezzo? Quando cambia?”.

Menzione speciale a ''Color Blind'' e alla chiusura soft di ''It’s a trip'': un ''viaggio'' come questo ''Solid ground''. (Marco Camozzi)