UNDERWORLD VAMPIRES "Mondo parallelo"
(2021 )
Quello degli Underworld Vampires, interessante progetto con radici a Bari, è un piacevole salto temporale in un periodo che ha visto il rock e il rock pop nazionale considerato un po’ ovunque. Band e singoli artisti si proponevano senza paure o riverenze e le etichette investivano cifre a volte molto interessanti cercando nuove proposte. Spesso con lusinghiere soddisfazioni.
Era il tempo in cui anche in piccole città come Treviso si investiva qualche soldo per iniziative aventi obiettivi culturali di spessore come Ritmi Globali, che creava spazi ed occasioni a nuove proposte musicali e che a molti ha lasciato il segno. È in sintesi il viaggio nella memoria che la musica degli Underworld Vampires ha innescato, quando si creavano opportunità che le band oggi possono solo sognare. Fa rabbia pensare che alla fine, il tutto si riduca al volere o meno di chi ha provvisoriamente un brandello di potere.
Tornando alla band pugliese, ‘Mondo Parallelo’ è un disco che suona, come si suol dire, alla grande, sprigionando in dosi importanti una riuscita miscela di stili. Mentre le tracce avanzano una dopo l’altra, emergono non senza un pizzico di nostalgia, stili che hanno segnato generazioni, come la new wave ma anche un robusto synth-pop che chi era giovane negli anni ‘90 sicuramente ricorderà.
In tal senso, potrebbe aiutare il rispolvero dei vecchi dischi dei Subsonica, per esempio, ma anche Marlene Kuntz o Estra. Se si vuole, potremmo citare pure i Cure per quella leggera coltre di oscurità di cui son vestiti i loro brani. Grazie alla scelta del cantato in italiano, che convince anche in senso estetico, si può intuire l’importanza che la band ha dato alle liriche.
Già il titolo dell’album può far pensare che i temi in esso contenuti non siano immediati, per rendersi conto successivamente che è stato lasciato molto spazio a metafore e ad ambientazioni oniriche. L’opera però assume a tratti le sembianze di un qualcosa di ispirato e poetico, particolarmente profondo e, forse per questo, timidamente restìo ad essere svelato.
Un discorso a parte è da fare per ‘Six Falling Stars’, unico episodio anglofono che riconduce ai primi Depeche Mode, dove la band è riuscita però ad incastrare l’intervento del giovane rapper Morash, contaminando d’italianità un brano falsamente prevedibile. A prova che ‘Mondo Parallelo’ è assolutamente onesto, ricco di suoni e parole costruiti su una base di passioni e qualche retaggio, ma al contempo emana anche un forte profumo d’esperienza. (Mauro Furlan)