MICHEL REDOLFI  "Sonic waters, Underwater music 1979-1987"
   (2021 )

Ahh, anche questa volta, come ogni volta che faccio salti nel passato in musica ambientale o sperimentale, non riesco ad essere ortodosso e scientifico. Meglio per voi forse, che vi annoiate meno. Peggio per me, che mi rileggo e mi sembro un deficiente, o un truzzo che dice “figata zio!”.

Dovrei parlarvi di elettronica sperimentale, dato che stiamo affrontando un utilizzo massiccio del Synclavier, e delle magie che si possono ottenere. Ma rovinerei l'ispirazione extramusicale di chi lo sta utilizzando qui, ovvero Michel Redolfi. Fondatore della musica “sott'acqua” (letteralmente), in questa doppia ristampa scopriamo dei suoni liquidi, dove immergersi, letteralmente. E allora, perché raccontarvi come si fa? A parte che non sono in grado, ma comunque manteniamo l'illusione di essere realmente dentro l'oceano.

Il progetto “Sonic Waters” è iniziato nel 1978, e quello che ascoltiamo qui, “Underwater Music 1979 – 1987”, uscito per Sub Rosa Records, sono esplorazioni di tutte le potenzialità sonore dello strumento, ispirandosi all'Oceano Pacifico. E descrivere traccia per traccia quello che ascoltiamo sarebbe tedioso, e inutilmente verboso. Ma posso dire che ci sono musiche “per acqua dolce” e musiche “per acqua salata”. Arpeggi, tintinnii, suoni avvolgenti, salite e discese eteree, biribiribiri e zac ffffffssssh. Capito, no?

Si apre davvero un mondo futuristico e parallelo, qualcosa di ideale e atemporale. Traccia preferita mia: “Carillon”. Una sospensione surreale di tempo e spazio. Vista l'epoca della creazione di questo mondo, vien da pensare ai documentari di Jacques Cousteau, l'oceanografo più noto nella sensibilizzazione per la salvaguardia dell'ecosistema marino. Tutto il resto è un'esperienza sonica da fare senza ulteriori spiegazioni. Tenendo conto però, che quanto creato da Michel Redolfi qui, è stato poi di ispirazione per molti altri artisti che hanno utilizzato il Synclavier, seguendo il suo esempio, più o meno volontariamente. (Gilberto Ongaro)