BERNARDO LANZETTI "Eclecticlanz"
(2008 )
Chi si ricorda di Bernardo Lanzetti cantante del gruppo prog anni ’70 degli Acqua Fragile, autori di due album decisamente validi e ricchi di spunti interessanti, in particolare ''Mass Media Star''? Pochissimi mi azzardo a dire.
Forse per i più (ma sono pochi lo stesso, rispetto ai numeri del pop) il nome di Bernardo Lanzetti è legato alla militanza del medesimo nella Premiata Forneria Marconi negli anni di maggior successo del gruppo. Sono sicuramente ancor meno invece quelli che lo ricordano per la sua carriera solista, non certo per la qualità o meno della sua produzione discografica, ma per lo scarso interesse dedicato all’artista da una stampa “specializzata” da sempre propensa a relegare la musica prog ed i suoi protagonisti ai margini del mercato, ritenendola priva di valore e interesse.
Questo ''Eclecticlanz'', uscito nel 2008, si presentò già all’epoca come un prodotto particolare a partire da un aspetto grafico diverso, raffinato, elegante e a suo modo pure trasgressivo, irriverente e provocatorio; non si può definire altrimenti infatti, in un mercato sempre più votato alla banalità massificante, la scelta di aver realizzato una copertina in stoffa dipinta, tra l’altro ogni confezione diversa dall’altra.
La piacevole sensazione puramente estetica trovò (e trova) la sua sublimazione una volta entrati in contatto con la materia sonora che fuoriesce luminosa e seducente dal CD una volta inserito nel lettore.
Non appena si ascoltano le note del brano iniziale, ''E-Clec-Ti-Ca'', esse preludono infatti a un viaggio attraverso le note che si annuncia coinvolgente e denso di quella creatività a cui da troppo tempo non eravamo allora (e non siamo) più abituati: si percorrono itinerari musicali inconsueti, dai connotati originali e fuori dai limiti imposti dal mercato e dalle mode.
Sperimentazione, arrangiamenti elaborati, una vocalità spinta agli estremi con sapiente raffinatezza, una ricerca di nuove vie espressive per mezzo di sonorità moderne eppure tutt’altro che fredde o banali, spianano la via all’emozione. Si passa con disarmante naturalezza da brani aggressivi, elettrici e dai ritmi incalzanti a ballate pianistiche dalle atmosfere oniriche, mantenendo intatta una omogeneità che fa di ''Eclecticlanz'' un album dal cromatismo sonoro ricco di gradite sorprese.
L’hard prog di ''Spiky Faith'', che ricorda vagamente le cose migliori dei Marillion del periodo Fish, si combina così in un perfetto equilibrio di suoni e armonie con la seguente ''Watergirl'', un delicato acquerello sonoro che introduce a una improbabile ma fascinosa ''Tango In The Wood''.
''Two Of Evening'' è una song dal ritmo frenetico e ossessivo, caratterizzata da piccoli accenti squisitamente psichedelici, con le tastiere protagoniste di bei fraseggi che fanno da tappeto alla melodia del brano ed al suono scintillante delle chitarre.
Non mancano le citazioni colte, dalla ''Romance'' di Debussy cantata in lingua francese alla conclusiva ''Sublime'', dove il romanticismo sinfonico si fonde con sonorità che ricordano nuovamente certe atmosfere Debussyane e del Ravel di ''Pavane Pour Une Enfante Defunte'', o ''Il Silenzio'', che si muove sulla falsariga della romanza stile ottocentesco.
Da un estremo a un altro, si passa a ''BrassPsalm'' che è invece un delirio per fiati, voce e percussioni; il Tim Buckley di ''Starsailor'' sta lì dietro l’angolo, se non altro per le ardite e funamboliche soluzioni adottate. Su tutti i brani, così diversi eppure coerenti e in perfetto equilibrio tra loro, spiccano le evoluzioni vocali di Lanzetti che dimostra di sapersi misurare con disinvoltura in ogni sorta di partitura musicale con duttilità, eleganza, espressività e potenza.
Qua e là fanno capolino certi illustri signori che rispondono ai nomi di Roger Chapman e Peter Hammill, per l’uso estremo delle corde vocali ma anche per scelte, arrangiamenti e sonorità – ciò riferito ad Hammill – che l’inglese ha già sperimentato in alcuni dei suoi album solisti. Comunque sia, al di fuori delle inevitabili influenze, ''Eclecticlanz'' rimane un caso a sé, un prodotto non solo dignitoso in queste ultime e lunghe decadi di “vacche magre” ma a parere di chi scrive, pure assai vicino al capolavoro.
Complimenti quindi a Bernardo Lanzetti non solo per l’alto valore artistico di ''Eclecticlanz'' ma anche per il coraggio che ha dimostrato nel proporre un album fuori da ogni catalogazione e sicuramente difficile da veicolare, sia allora che oggi, per l’ostinato e miope ostracismo che i soliti noti “esperti” delle solite riviste “specializzate” misero in atto quando uscì il disco, alla meno peggio semplicemente ignorando il prodotto. (Moreno Lenzi)