SIMONE SIMS LONGO  "Simultanea e astrazioni"
   (2021 )

Mentre ascoltavo in cuffia “Simultanea e astrazioni”, uscito per Solitunes Records, mi è salita la gatta nera sul grembo, per fare le fusa. Osservando il suo musetto, ad un certo punto pensavo fosse un pipistrello. Non dico che questa musica sia psicoattiva, ma qualche effetto lo fa! Fa curiosità sapere che Simone Sims Longo abbini alle sue texture sonore una performance visual. Dev’essere interessante ciò che compare, durante l’ascolto.

Spesso capita, nelle tracce, che da un battito ritmico si passi a un loop melodico, senza accorgersi del graduale passaggio (“Immagine”, “Aspetto”). “Figurazioni” presenta input sottili come puntine, e a metà si trasforma in un industrioso macchinario informatico. “Couram” è un’alienante onda evocativa, mentre “Contatto” parte con un arpeggio che potrebbe introdurre le previsioni meteo in tv. Poi si apre come un sogno, come “Propriedad prohibida” del compianto Maestro Battiato. Le tessiture sono cangianti anche in “Tratti”, ma più staccate in maniera netta, come fasi di un lavoro a catena. “Aggregati” è una reazione chimica in corso, osservata a microscopio e sonorizzata.

Ma non pensate a un caotico rumore da rave party. Ogni suono, anche il più cristallino e squillante, è in qualche modo “arrotondato”, come in “Fragile”, con molti picchi delicati come bicchieri. Nel conclusivo “Respiro”, il suono principale messo in loop sembra davvero respirare, nel suo movimento. E il resto crea il corpo attorno, come un organismo vivente che funziona in armonia.

Ovviamente le suggestioni sono estremamente personali, e non potrebbe essere diversamente con questo tipo di esperienza. Ad esempio, a me “Scorpione” non fa pensare a nessuno scorpione, né al segno zodiacale; ma magari a qualcun altro sì. Coinvolgente “Liretta”, nel suo agitarsi come segnale in un microchip. Una delle tracce più lunghe (5 minuti), “Legami”, sembra per un momento concedere un’elettronica “dritta”, afferrabile; poi si creano poliritmie, e ti perdi (felicemente) di nuovo. “Cogente” presenta anche una struttura di accordi (bicordi), mentre vedi le scintille di un saldatore chiudere ermeticamente una parete in acciaio.

“Eina” è la più celestiale, con suoni massaggianti, mentre i 50 secondi di “Recondito”, con tanto reverse, ci portano dentro un varco spaziotemporale, mentre l’allarme ti avvisa che la pressione iperbarica è alle stelle. In “Metadialoghi”, Simone si concede di distorcere alcuni suoni, che proprio grattano, ma si sente che è una cosa voluta. La musica vuole uscire dalle cuffie ed entrarti fisicamente nelle orecchie, in gocce luminescenti. Insomma, “Simultanea e astrazioni” è questo tipo di esperienza. Se lo ascolti, quasi senz’altro avrai tutt’altro responso, ma questo è il bello: che questo disco riesce ad attivare il tuo universo. (Gilberto Ongaro)