MATTEO BORTONE  "No land's"
   (2021 )

“No Land’s” è il nuovo album del bassista e compositore Matteo Bortone, il quarto della sua carriera, a due anni di distanza da “ClarOscuro” e a cinque da “Time Images”. “No Land’s” nasce dal nucleo dei Travelers, quartetto franco-italiano attivo da quasi tre lustri, ma estende la sua formazione per portare avanti un programma di ricerca che, partendo da basi jazz moderne, si spinge in diverse direzioni, conservando comunque grande equilibrio e compattezza. I pezzi sono in totale dieci e rivelano un’influenza pop rock, ma la vera forza dell’opera sta nelle aperture psichedeliche e nei ricami elettronici degni della migliore drone music, anche grazie all’uso del Rhodes. Le prime novità, nel percorso artistico di Matteo Bortone, sono riconoscibili a partire da “Delta” e il suo sottile tappeto elettronico, poi “Dougie Jones” sceglie un approccio diverso, esaltando le qualità dei singoli con un umore decisamente diverso da quello dell’opener, e nello stesso solco si colloca “Future/Past”, con un sound significativamente più muscolare.

“In Aliore Loco” immerge in un’atmosfera rarefatta e abbastanza scura, ma la parentesi introspettiva prosegue con la psichedelia elegante di “Dumps” e la più leggera e breve “Screens”, mentre “Shapeshifter” rimescola le carte con un percorso articolato e imprevedibile. In coda, le strutture evocative di “A Spectral Fairytale” regalano uno dei passaggi più ispirati del lotto, insieme al free jazz umorale di “Ichi Go Ichi E”. A chiudere “No Land’s” è l’incedere posato e rassicurante di “Volverse Lugar”, mantenendo alti gli standard qualitativi di un album solidissimo, che porta qualcosa di nuovo e lo fa senza steccare mai. (Piergiuseppe Lippolis)