CHIARA RAGGI "La natura e la pazienza"
(2021 )
La ricerca della gentilezza compositiva, ed il perseguirla a passi piccoli ma costanti, è sempre stato un diktat ideologico per la brava cantante riminese Chiara Raggi la quale, disco dopo disco, cerca di tessere la sua tela musicale al meglio, accettando “La natura e la pazienza” di sé, come sancito nel titolo del nuovo progetto, formato da 9 canzoni ed uscito per la nuova label Musica di Seta, creata da lei stessa e finalizzata a patrocinare la canzone d’autore, anche attraverso l’omologa webzine ed eventi vari. Spicca di lei il fitto impegno in Italia e nel mondo per promuovere l’esperanto (divenuta ormai la sua seconda linguamadre) che le sta a cuore ancor prima del precedente album “Blua horizonto” di un anno fa, interamente espresso con l’idioma in questione. Per “La natura e la pazienza” indossa gli abiti da detective per pedinare, indagare, accettare e ca(r)pire l’essenza della natura, facendolo con la virtù inescludibile della pazienza e, soprattutto, raccontando onestamente la verità di qualunque sentimento esso sia. Dalla sontuosa dolcezza d’archi, che funge da ouverture nel singolo “Mosaico”, si evince che saranno nove tessere dalla curata linfa sonora e qui esplicitata con eleganza jazzy. Quello di Chiara è un “Horizon” d’ampio colore stilistico, ed il bello è che le riesce tutto “Naturale”, come se lo pennellasse nel pieno mestiere del vivere, senza trucco e senza inganni: punto! Flussi pianistici di gran classe e garbatezza d’insieme fan sì che la sua voce melodiosa ci porti ad accostarla alla bravissima Corinne Drewery dei Swing Out Sister per finezza e soavità. Dopo aver ripescato ed “acustizzato” pertinentemente il suo cavallo di battaglia “Lacrimometro”, arriva l’emozione cristallina che sprigiona l’intensa “Navigo a vista”, e si sente che pulsa incessantemente di bilanci di vita, in perenne conflitto per mediare pulsioni, vertigini e desideri, mentre spruzzate di brio narrativo svettano nella scorrevole “Vedrai” e, quando si parla d’innamoramento, non può essere altrimenti. Il bonbon finale è posto sulla torta dolcissima ed eclettica di “Eterico libero”, guarnita di slanci di piano, mood sognante e sussurri di parole in coda: magnifica. Al quarto album, la “cantautore femmina” (lo dice lei cosi…) dà prova di efficace plasmatura compositiva, smussando al meglio i dettagli che contano, per ottenere la quadratura di una proposta dall’arcata comunicativa pulita, sorretta da piloni esecutivi che poggiano su salde basi per attraversare il ponte che la condurrà, presto, sulla terraferma della stima generale. Più Chiara di cosi… (Max Casali)