FABIO FURNARI "Tutto passa di qua"
(2021 )
Fabio Furnari, cantautore siciliano trapiantato a Roma, classe 1963, al suo settimo album appena uscito aggiunge l’elettronica al proprio bagaglio musicale. Grazie al contributo del produttore Gianfranco Mauto gli arrangiamenti, pur mantenendo una matrice da classico cantautorato italiano, vengono attualizzati rendendo questo progetto “masticabile” per qualunque tipo di ascoltatore. Voce decisa (con timbrica che mi ha ricordato l'ottimo Nino Buonocore), melodie piacevoli nella loro semplicità, testi a volte ironici, come ne “I poeti”, altre volte più profondi come tematiche, senza avere la pretesa di dare chissà quale messaggio, ma occupandosi comunque di temi importanti quali quelli ecologici ed esistenziali. Si ascoltino ad esempio “L’uomo non aveva più parole” e “Non chiamarmi amore”, in cui una certa solidità del testo viene alleggerita dall’arrangiamento da canzone pop. Colpisce la produzione e l’uso dell’elettronica mai invadente ma che “svecchia” (mi sia consentito il termine, usato con accezione positiva) la composizione di tipo classico, alla De Gregori o Guccini. Infine c'è pure un omaggio di Fabio alla sua Sicilia nel conclusivo brano “Quann’eru carusu”, nel quale - sempre con leggerezza e con l’uso del dialetto - su una bella melodia si affronta lo sfruttamento di questa terra stupenda e le sue tante contraddizioni. Un disco, questo di Furnari, forse non perfetto ma di certo capace di regalare più di un’emozione. (Francesco Arcudi)